Morte improvvisa a cuore sano: la nuova sfida della cardiologia a Padova

Una morte improvvisa su tre colpisce anche cuori strutturalmente sani. A Padova, i laboratori della professoressa Basso e del professor Corrado guidano la ricerca per prevenire questi eventi: ecco cosa stanno scoprendo 

Simonetta Zanetti
Padova: Cristina Basso, direttore di Patologia cardiovascolare dell’Azienda ospedaliera
Padova: Cristina Basso, direttore di Patologia cardiovascolare dell’Azienda ospedaliera

 

Una morte improvvisa su tre avviene a “cuore sano”, con un organo strutturalmente normale, che non presenta lesioni visibili. Ovvero su persone – soprattutto atleti, ma non solo – il cui cuore risulta, agli esami tradizionali, in ottima forma.

Dopo gli incredibili passi avanti sulle cause delle morti improvvise e sugli interventi per prevenirle, questa è quindi la nuova sfida lanciata da patologi cardiovascolari e cardiologi dell’Azienda Ospedale Università, punto di riferimento nazionale in questo campo: a Padova, nel laboratorio della professoressa Basso, sono passati tutti i casi fatali di questo genere, mentre diversi sportivi famosi salvati, si sono posati sul lettino nello studio del professor Corrado.

«I primi studi in questo campo risalgono agli anni Ottanta» spiega Cristina Basso direttrice dell’Uoc di Patologia Cardiovascolare dell’Azienda Ospedale Università e coordinatrice del Centro di riferimento regionale per lo studio e la prevenzione della morte improvvisa giovanile e delle cardiomiopatie eredo-familiari che nel corso della sua vita professionale, dagli anni Novanta, ha visto oltre mille “casi”, cuori di persone fino ai 40 anni colte da morte improvvisa.

Nel suo istituto, una libreria su cui sono conservati molti degli organi da lei studiati: ognuno di loro le ricorda, ce ne fosse bisogno, la storia di un giovane sorpreso dalla morte quando pensava di essere al massimo della salute, ma è anche un passo in più verso risposte necessarie: «Oggi siamo molto concentrati sulla morte a cuore sano» conferma «questa è la causa fino al 30% degli arresti cardiaci improvvisi su organi strutturalmente integri ai test, che non presentavano cioè alcuna anomalia» spiega «si tratta di cardiomiopatie primarie che oggi si pensa siano riconducibili anche a un problema elettrico dei canali ionici ma non solo. Ad esempio c’è la rete del tessuto di conduzione elettrico del cuore che potrebbe essere coinvolta. In sostanza, è come se il pacemaker naturale del cuore e tutta la sua rete a valle smettessero di funzionare bene. Tuttavia, trattandosi di impulsi elettrici sono molto difficili da identificare. Quando si verificano questi casi, ti senti impotente. Ecco perché su questo fronte c’è molto da studiare anche per quanto riguarda genetica e familiarità».

Come detto, negli anni, molto è stato fatto, in gran parte proprio a Padova sul fronte delle morti improvvise incrociando dati clinici e reperti patologici. Molti dei cuori analizzati tra gli anni ’80 e ’90, conservati, sono stati rivalutati a distanza di anni, anche attraverso indagini sul Dna. «La risonanza magnetica ha allargato il campo della diagnosi precoce in maniera significativa poiché consente di vedere i tessuti dell’organo e di riconoscerne le alterazioni, dato che le morti improvvise negli sportivi sono spesso accompagnate dalla presenza di cicatrici pregresse che con questo tipo di esame siamo in grado di individuare» chiarisce.

Le cronache sportive, tuttavia, raccontano ancora più episodi di quanti si vorrebbe: gli esami autoptici hanno confermato la presenza di queste alterazioni tissutali sia su Morosini che Astori. Si tratta di cicatrici che possono essere causate da infiammazioni o avere base genetica, causate da un difetto del Dna: «In quel caso si interviene con il test genetico sui parenti per verificare chi sia portatore della malattia e, nei casi più gravi, si procede con la stratificazione del rischio» prosegue la professoressa Basso «dopodiché va sottolineato che stiamo parlando di eventi estremamente rari per cui sottoporre gli atleti a un elettrocardiogramma con test sotto sforzo è già importante poiché consente di captare anomalie, anche perché non puoi fare tutto a tutti. Quello che farei a tutti, personalmente, anche ai non atleti, sono un elettrocardiogramma e un test da sforzo, seguito da ecocardiogramma o ancora meglio una risonanza nei casi ci siano dei dubbi per vedere bene come è fatto il cuore».

Per questo, potrebbe essere utile un progetto di ricerca di un anno con fondi tali da garantire una risonanza a tutti gli atleti.

Il professor Domenico Corrado direttore dell’Uoc Clinica Cardiologica dell’Azienda Ospedale Università, ordinario di malattie dell’apparato cardiovascolare, negli anni ’80 ha collaborato al lancio dello screening divenuto poi obbligatorio per chi pratica attività agonistica: nel suo ambulatorio sono passati “top level” come l'ex ciclista Sonny Colbrelli; è nel team di consulenti del Coni per atleti olimpici, calciatori di serie A e della nazionale: «In presenza di arresti cardiaci che conducono a morte improvvisa sappiamo che è possibile trovare sul cuore una cicatrice che può essere espressione di un processo rigenerativo di un danno precedente come una miocardite o di malattie genetiche.

Ma ci sono anche sport estremi che creano le condizioni per un danno, ad esempio nel caso di ciclisti, triatleti, canoisti e maratoneti: a volte a incidere può essere anche la ripetizione dello sforzo che diventa sorgente di aritmie tanto più pericolose durante l’attività sportiva. Facendo l’elettrocardiogramma con step test, tuttavia, siamo in grado di individuare le aritmie sotto sforzo: la presenza di extrasistole può indicare il rischio di cicatrici sottostimate» sostiene Corrado. L’incidenza è di 4 casi ogni 100 mila atleti: grazie agli screening della Regione in soggetti tra i 12 e i 35 anni, il tasso di mortalità è stato ridotto del 90%.

Tuttavia, ancora oggi, la sopravvivenza a un arresto cardiaco improvviso resta inferiore al 10%. «Ecco perché la diagnosi precoce è fondamentale, vorremmo prevenire anche il 10% di morti improvvise» conclude. 

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