Morti in casa da 20 giorni, nessuno li cercava

PADOVA. Piero Giacomelli avrebbe compiuto 78 anni il giorno di Pasqua ma nessuno è andato a fargli visita e quindi nessuno si è accorto che era morto, forse già da due settimane. Destino analogo per Alberto Perelli, 67 anni. Due storie di solitudine e isolamento, due note stonate nel coro di festa del fine settimana pasquale.
Di Alberto Perelli, ex idraulico, diabetico, cardiopatico, reduce da un ictus cerebrale, si erano dimenticati un po’ tutti. Hanno suonato di nuovo alla sua porta solo quando l’odore di morte ha iniziato a invadere il condominio di via Rovigo 6 in cui abitava ormai da due anni. Un omone alto più di un metro e ottanta schivo e riservato. Il classico vicino “buongiorno e buonasera”, lo descrivono gli abitanti della palazzina in cui i cognomi romeni hanno superato di gran lunga quelli padovani.

La vigilia di Pasqua, nel primo pomeriggio, la polizia è stata chiamata per scoprire che fine aveva fatto quell’uomo, dato che l’ultima volta l’avevano visto venti giorni prima. Gli agenti della volante l’hanno trovato riverso sul pavimento del soggiorno, ormai in stato di decomposizione. Secondo il medico legale potrebbe essere morto da una ventina di giorni. Del fatto è stato informato anche il figlio.

Medesimo epilogo per l’ingegner Piero Giacomelli, nato il 16 aprile del 1939. Domenica, giorno di Pasqua, sarebbe stato il suo settantottesimo compleanno. Tuttavia, nessuno si è presentato alla sua porta e se qualcuno ha provato a chiamarlo al telefono fisso, non ha ricevuto risposta. Nel primo pomeriggio di ieri l’allarme è scattato, come di consueto, per l’odore che aveva invaso anche la tromba delle scale. Il corpo senza vita dell’anziano giaceva sul pavimento e anche in questo caso il medico, nel suo rapporto, ha parlato di salma decomposta. La Procura, per scrupolo, ha disposto l’autopsia. I carabinieri, invece, si sono preoccupati di rintracciare qualcuno dei familiari. L’ingegner Giacomelli è stato visto l’ultima volta quasi venti giorni fa, poi si era rinchiuso nel suo appartamento dove nessuno ha bussato né per la Pasqua e nemmeno per il compleanno.
Sempre più spesso dalla Padova multietnica, affollata e ricca di relazioni emergono storie di solitudine che nessuno immaginerebbe. Sembra impossibile che si possa scomparire in questo modo in mezzo a tanta gente. Invece succede, oggi forse più spesso di un tempo perché manca una rete sociale in grado di intercettare il disagio.
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