Morto a 95 anni aviere nel ’43
È morto in una stanza dell’Oic alla Mandria, dov’era ricoverato da tempo, Gabriello Aghito, 95 anni, un’esistenza avventurosa. Fu marconista nella 278ª Squadriglia aerosiluranti dell’aviazione italiana e, dopo l’armistizio, nel Gruppo aerosiluranti Buscaglia-Faggioni, per la Repubblica Sociale Italiana. L’8 settembre del 1943 Gabriello Aghito con il pilota Ottone Sponza si preparava a decollare per attaccare le navi angloamericane che stavano sbarcando in Sicilia. «Fummo raggiunti dalla notizia della resa di Badoglio e bloccati. Due giorni più tardi raggiungemmo la Corsica e da lì la Toscana per rientrare a casa» ha raccontato Aghito in un video. Poi la decisione di tornare a combattere con la Rsi: «Il generale Faggioni aveva ricostituito in nuovo gruppo di aerosiluranti. Abbiamo ricominciato le azioni attaccando ad Anzio e Nettuno le navi inglesi e Usa». Alla terza azione, l’ aereo fu abbattuto: «Precipitammo in mare». E proprio la nave Usa attaccata, andò in soccorso e salvò i militari. Il padovano fu fatto prigioniero a Hereford in Texas sede del noto Fascist Criminal Camp dove venne rinchiuso anche lo scrittore Giuseppe Berto. Nel 1946 il ritorno in Italia a bordo di una nave. Gabriello Aghito è vissuto all’Arcella in via Briga e Tenda con la moglie Antonietta. Lascia la figlia Stefania. Il funerale domani alle 10.30 nella Chiesa della Santissima Trinità all’Arcella. (cri.gen.)
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