Il calcio piange Riccardo Zatta: «Insegnava passione e valori veri»

Ex calciatore e poi allenatore, ha lasciato il segno in molte società del territorio tra le province di Padova e Venezia. Aveva 53 anni, fino a poche settimane fa era con i ragazzi nonostante la malattia. L’addio allo stadio di Piove di Sacco

 

Alessandro Cesarato
Riccardo Zatta
Riccardo Zatta

Il calcio come passione, scuola di vita, compagno di viaggio fino all’ultimo giorno possibile. Si è spento a 53 anni Riccardo Zatta, per una malattia che non gli ha mai tolto la voglia di vivere e soprattutto di stare in campo. Zatta, nato e cresciuto a Piove di Sacco, abitava a Campagnola di Brugine insieme alla compagna Michela.

Lascia la sorella Laura, che gli ha dato la gioia di diventare zio, e una miriade di amici che oggi lo ricorda con affetto.

Un uomo che ha fatto del calcio il filo conduttore della sua esistenza, dai primi calci nel patronato del Duomo ai trionfi recenti con i giovani della Piovese. La malattia era stata scoperta quasi per caso tre anni fa, durante un controllo di routine per i suoi 50 anni.

Un problema al fegato che inizialmente sembrava di poco conto. Poi l’intervento, le cure e infine il peggioramento nelle ultime settimane, con la malattia che si è diffusa inesorabilmente. Eppure, Ricky non ha mai voluto abbandonare il campo. Fino a venti giorni fa era ancora presente, magari affaticato, ma sempre vicino alla società e ai suoi ragazzi.

Dopo essere cresciuto nelle giovanili della Piovese, con la quale aveva debuttato anche in prima squadra, aveva poi indossato le maglie di Santangiolese, Saonara, Pontelongo e Beverare.

Ovunque ha lasciato il segno, certo per la grinta e la capacità di interpretare in maniera moderna il ruolo del terzino, ma soprattutto per la capacità di creare legami, fare gruppo, vivere le amicizie al di là dei novanta minuti. Amava lo spogliatoio e il “terzo tempo”. Conclusa la carriera da calciatore, Zatta aveva continuato a vivere il calcio come allenatore e dirigente nel settore giovanile. Pontelongo, Brugine con il Due Stelle, Pontevigodarzere, Campagna Lupia e una lunga permanenza a Fossò.

Il suo percorso era fatto di ragazzi, genitori, allenatori e dirigenti che ancora oggi lo ricordano per la dedizione, l’umanità e la capacità di insegnare non solo a calciare un pallone, ma a crescere.

Dal 2019 era alla Piovese, responsabile del vivaio biancorosso. Il suo ultimo capolavoro sportivo è stata la stagione appena conclusa, con gli Under 15 che hanno vinto campionato e coppa regionale.

«Riccardo ci ha lasciati dopo aver lottato con grande coraggio» lo ricorda il presidente Alberto Bertani a nome della Piovese Calcio «non ha mai smesso di sorridere e di esserci per i ragazzi, per la società, per tutti noi. È stato un punto di riferimento per tecnici, genitori e giovani calciatori, ai quali ha dedicato tempo, passione e valori veri». Da anni era dipendente della Jtc di Padova, azienda specializzata in elettropompe. «Ricky era uno a cui piaceva fare festa e non ci avrebbe voluto vedere tristi», gli amici.

La cerimonia funebre è in programma giovedì 24 luglio alle 10.30 allo stadio Vallini, il luogo dove tutto per lui è iniziato e dove ha scelto di chiudere il cerchio. 

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