Morto Califano, ha scritto mille canzoni

Aveva 75 anni: la voce da Califfo, i suoi versi per i capolavori della musica italiana
Il cantante Franco Califano sul red carpet per la presentazione del film "Noi di settembre" all'auditorium Parco della Musica, oggi 3 novembre 2011. ANSA/ CLAUDIO PERI
Il cantante Franco Califano sul red carpet per la presentazione del film "Noi di settembre" all'auditorium Parco della Musica, oggi 3 novembre 2011. ANSA/ CLAUDIO PERI

ROMA. Aveva 75 anni, era malato da tempo, colpito da un tumore. Nelle sue ultime apparizioni pubbliche il suo stato di salute così precario era evidente; eppure non si sottraeva. Ad agosto aveva partecipato a un concerto all’aperto, a San Giovanni a Roma; appena pochi giorni fa, il 18 marzo, si era esibito al teatro Sistina di Roma.

Franco Califano è morto ieri sera nella sua casa di Acilia, vicino a Roma. A tutti coloro che lo hanno seguito nella sua strada di artista, lascia il ricordo di quel nome con il quale molti lo chiamavano, “il Califfo; alla musica italiana, lascia canzoni di straordinaria bellezza, sulle quali ha messo la sua firma: per Mia Martini “Minuetto” (in coppia con Dario Baldan Bembo) e “La nevicata del ’56” (scritta con Carla Vistarini); per Ornella Vanoni il testo di “La musica è finita” e “Una ragione di più”; con Bruno Martino firmò “E la chiamano estate”. In anni più recenti, pose anche la sua firma su una capolavoro di Tiromancino, “Un tempo piccolo”.

La sua voce resterà legata alle canzoni che ha portato al successo come cantante, una su tutte, “Tutto il resto è noia”.

Ma nella vita di Califano non c’è stata solo musica, e non tutto è stato sempre semplice: arrestato nel 1970 per possesso di stupefacenti, nell’ambito di un’inchiesta in cui fu coinvolto anche Walter Chiari (assolto con formula piena), era finito nuovamente in carcere per lo stesso motivo e per porto abusivo di armi nel 1983, questa volta insieme al conduttore televisivo Enzo Tortora (assolto con formula piena). Durante quest’ultima esperienza carceraria ha composto l’album”Impronte digitali”, basato su esperienze di quel periodo. Dai entrambi i processi è uscito con la più ampia formula di assoluzione, “perché il fatto non sussiste”, ma è stato costretto a ricordarlo nei libri che ha scritto, e in ogni intervista che ha rilasciato, per il maschio del dannato gli era rimasto addosso.

A Sanremo ha partecipato tre volte; dalla politica si è lasciato tentare una sola, candidandosi nel 1992 con il Psdi senza però essere eletto. Recentemente aveva dichiarato di essere stato emarginato per le sue simpatie politiche di destra.

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