Morto per incidente o infarto la parola passa a due periti

Il suo cuore era malandato. E non ci sono dubbi visto che gli era stato impiantato un pacemaker. Ma se sia stato ucciso da una fessurazione dell’aorta di natura accidentale oppure provocata dallo choc causato dall’incidente in cui è rimasto coinvolto,a deciderlo sarà un collegio di periti super partes. Periti che ieri sono stati incaricati dal gup di Padova di pronunciare il verdetto destinato, forse, a fare una volta per tutte chiarezza sull’incidente costato la vita a un pensionato padovano, il 71enne Cesare Tiveron. E a mettere nei guai un altrettanto sfortunato dipendente della Regione Veneto (all’epoca autista del segretario generale della Sanità veneta Domenico Mantoan e ora passato a svolgere funzioni di fattorino in attesa della prossima pensione), l’imputato Giorgio Angelo Faccini, un 60enne di Verona finito sotto accusa per omicidio stradale. È stato il suo difensore (l’avvocato Alessandro Martinelli) a sollecitare l’esame di fronte alle contrastanti consulenze medico legali.
la perizia
Entro 90 giorni dovranno stabilire quale è stata la causa del decesso di Tiveron – e se sia legata a fattori naturali o all’incidente – il professor Carlo Vosa (cardiochirurgo) e il professor Pietro Tarsitano (medico legale) entrambi dell’Università di Napoli coadiuvati da un tossicologo, un cardiologo e un anatomo patologo.
Si è costituita come responsabile civile la compagnia UnipolSai (tutelata dall’avvocato Alessandro Zanonato) che ha nominato come consulente il medico legale Luigi Mastroroberto di Bologna. Come mai tanto dispiegamento di forze?
La querelle
Due consulenze mediche. E due diverse conclusioni. Secondo il professor Massimo Montisci dell’Università di Padova (all’epoca nominato della procura) Tiveron, affetto da aterosclerosi, era stato colpito da uno «shock emorragico da dissecazione aortica»: a ucciderlo un infarto. La conseguenza? «Con criterio di elevata probabilità» l’incidente non sarebbe stato causa o concausa della fessurazione dell’aorta e il decesso sarebbe da ricondurre a causa patologica naturale.
Al contrario i consulenti della famiglia Tiveron costituita parte civile con gli avvocati Vieri Tolomei e Pietro Sartori (i professori Rodriguez e Thiene con il dottor Cirnelli) hanno replicato che quella mortale fessurazione sarebbe stata il risultato dello shock provocato dall’incidente.
L’incidente
Che cosa era accaduto il 13 settembre 2016? Faccini era al volante della Fiat Bravo della Regione (sul sedile posteriore Mantoan). L’autista aveva appena varcato il cancello dello Iov in via Gattamelata e stava svoltando a sinistra, compiendo un’infrazione stradale. Ma era fermo nel momento in cui, da sinistra, è arrivato Tiveron in sella al suo scooter Yamaha Majesty a 44 chilometri orari. Quest’ultimo, appena superato un’auto, si è trovato bloccato dalla Fiat Bravo, impattando tra lo specchietto retrovisore e lo spigolo anteriore del mezzo. Poi la caduta a terra. I danni alla vettura? 300 euro. Sul corpo del motociclista nessuna lesione apparentemente grave. Tuttavia l’autopsia ha svelato quel trauma profondo, la fessurazione aortica. —
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