Morto in Ucraina, il soldato di Conselve sepolto nel cimitero di Leopoli
Il funerale di Artiom Naliato, 21 anni, nel luogo dedicato agli eroi di guerra. I compagni hanno ripreso in diretta l’addio per i suoi cari. Nel memoriale è custodita la biografia del giovane: «Sapeva unire le persone»

Un posto dove riposare, nel cimitero degli eroi ormai senza speranza. Il porto di pace per quegli eroi morti però per la speranza di una nazione. Sabato mattina, un mese e mezzo dopo la tragedia, è stato celebrato a Leopoli il funerale di Artiom Naliato, il soldato di 21 anni, nato in Ucraina ma di passaporto italiano, morto lo scorso 21 luglio per difendere la propria patria. “Qui riposa il soldato Artiom Naliato”, si legge ora sopra il suo corpo, sepolto a terra con tutti i compagni di combattimento morti per difendere l’Ucraina dall’invasione della Russia.
Il funerale si è celebrato alle 11.30 alla presenza del sindaco di Leopoli, Andrij Sadovyi, e di altre autorità militari e civili locali.
La cerimonia era dedicata ad Artiom e a un altro soldato morto nel conflitto. L’addio è arrivato a tanta distanza dalla sua morte perché sono stati necessari alcuni passaggi burocratici non banali, non ultimo il consenso da parte dei parenti italiani del giovane soldato. I soldati compagni del 21enne, che hanno mantenuto i legami con familiari e affetti del giovane in Italia, hanno dato anche la possibilità di seguire il momento di addio ad Artiom attraverso una diretta video. Una partecipazione lontana, vero, ma viva e toccante.

Ora il soldato conselvano è sepolto nel cimitero di Lviv, Leopoli appunto, in cui purtroppo è stata aperta una sezione apposita per i soldati morti in battaglia. «Temevamo che il corpo di Artiom fosse sepolto in una fossa comune, senza una cerimonia dignitosa», raccontano gli amici e chi lo aveva accolto anche negli ultimi tempi in Italia, «e invece abbiamo potuto chiudere questo cerchio doloroso con la consapevolezza che ora il nostro Artiom ha ricevuto i giusti onori e riposa in pace».
Sulla terra in cui è sepolto sono state posate delle rose rosse, gli stemmi dei reparti in cui militava il ragazzo e ovviamente i colori della bandiera ucraina. Nella foto, il 21enne è ritratto in tuta mimetica. Nel cimitero di Leopoli, nell’apposito memoriale, è poi custodita la biografia del ragazzo, originario di Kropyvnytskyi, regione di Kirovohrad, venuto in Italia in giovane età dopo aver perso la madre e aver vissuto qualche anno in orfanotrofio.
A dargli accoglienza, una casa e un’istruzione, la famiglia Naliato di Tribano. «Nonostante le difficoltà della vita, è riuscito a diventare indipendente e determinato. Era appassionato di sport, in particolare di boxe», si legge nel memoriale. «Artiom era coraggioso e sincero, con un cuore grande e puro. Si distingueva per disciplina, forza d’animo e un forte senso della giustizia. Sapeva come unire le persone intorno a lui e dare un esempio di lealtà e forza interiore».
A pochi passi dal diploma, ormai cittadino italiano, con un’indipendenza raggiunta (viveva in autonomia in un appartamento a Conselve e lavorava per la Schneider Electric e come buttafuori tra Padovano e Polesine), nel 2022 Artiom è tornato in Ucraina, per unirsi all’esercito nazionale e per ritrovare il fratello perso nell’infanzia.
Nel giugno scorso, l’ingresso in guerra, dopo un lungo addestramento. «Si è schierato per difendere la sua patria dall’invasione russa. Ha difeso l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina come parte della Legione Internazionale della Direzione Centrale di Intelligence del ministero della Difesa dell’Ucraina».
Il 21 luglio la tragedia: una bomba sganciata sopra lo stabile che ospitava la mensa della Legione, dove Artiom stava pranzando. Chiude così il memoriale dedicato all’esercito ucraino al giovane patriota: «Artiom ha trascorso tutta la vita alla ricerca di una casa e del suo posto nel mondo, tra la gente. E l’ha trovato qui, in Ucraina, tra coloro che lo hanno accolto come loro simile e fratello. Il suo nome e la sua storia rimarranno per sempre nella memoria come esempio di purezza, coraggio e grande amore per la sua patria».
Poi un ricordo, alla famiglia lasciata in Italia e a quel «fratello dal quale è stato separato durante l’infanzia e che non ha mai più avuto la possibilità di ritrovare». Il corpo del soldato Artiom riposa a Leopoli, e con esso l’anima di un uomo alla continua ricerca della propria casa, della propria pace.
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