Mps, c’è stata usura sul fido: ufficiale giudiziario a Padova

Pignoramento in piazzetta Turati: assegno da 225mila euro per il Tribunale Vittima un albergatore. Belluco: molti rapporti irregolari. Ricorso della banca
MARIAN- AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PROTESTA ANATOCISMO BANCARIO
MARIAN- AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PROTESTA ANATOCISMO BANCARIO

PADOVA. Condannata per superamento reiterato della soglia di usura, Mps stacca un assegno da 255mila euro ma ne chiede l’assegnazione in Tribunale e si prepara all’Appello.

Lunedì mattina la sede della banca in piazzetta Turati a Padova ha ricevuto la visita dell’ufficiale giudiziario pronto al pignoramento dei beni della banca fino alla soglia di 215mila euro circa, il valore (comprensivo di tassi d’interesse maturati a norma di legge, spese legali e parcelle) di quanto contestato da un albergatore aponense dopo la verifica dei costi di un fido bancario aperto 18 anni prima per la gestione del suo albergo.

«Una vicenda come ce ne capitano tante» spiega Alfredo Belluco, presidente di Confedercontribuenti Veneto, ieri mattina con megafono e striscione davanti alla sede di via Turati.

 

«Un imprenditore tutt’ora in attività, che preferisce rimanere anonimo forse anche perché tra i pochi capaci di reggere all’assalto usurario degli istituti di credito, ci contatta perché insospettito delle cifre astronomiche richieste dalla banca a pagamento degli interessi e delle commissioni su proprio fido, aperto 18 anni prima con Antonveneta e poi trasferito a Mps. L’uomo paga comunque quanto dovuto, salvo chiudere quello che riteneva un contratto di credito davvero poco conveniente, dopo avere saggiamente scelto di approfondire la questione presso la nostra struttura. Già ad una prima lettura degli incartamenti, ci siamo trovati ad osservare quello che registriamo in oltre l’80% dei casi: l’applicazione cioè di interessi sugli interessi e la presenza di commissioni e spese non pattuite che sommate insieme superano in molti casi il tasso di usura definito dalla legge. Dopo un’analisi attenta abbiamo ritenuto di accompagnare l’imprenditore in una causa che ha vinto poco più di 2 anni dopo».

 

Con sentenza del 14 febbraio 2018, il giudice della Seconda Sezione Civile del Tribunale di Padova Giuseppe Amenduni, condanna Mps a pagare l’importo di 157.945,88 euro, gli interessi legali (l’8% annuo), le spese di lite e i compensi professionali derivanti dall’azione legale nata dalla contestazione dell’imprenditore alberghiero, assistito dall’avvocato Alessandro Stievanin. Ma la banca decide di opporsi, non risponde all’atto di precetto notificato e attende l’arrivo dell’ufficiale giudiziario per staccare un assegno superiore del 20% a quanto dovuto complessivamente e chiedere l’assegnazione della cifra in Tribunale, aprendosi la strada a un’istanza d’appello. Istanza che, secondo fonti della banca stessa è già ora in fase di predisposizione presso la Corte d’Appello di Venezia.

 

Argomenti:banche

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova