Multiproprietà in vacanza condanna per cinque

Ignari clienti, tra cui diversi padovani, vincevano un soggiorno sul lago d’Iseo dove venivano convinti ad acquistare appartamenti a condizioni truffaldine

Cinque condanne e 6 assoluzioni per il processo delle vacanze truffa in multiproprietà.Ieri in tribunale sono stati condannati Roberto Polello (3 anni e 6 mesi), Gianluca Mazzucato (3 anni), Alberto Franco (1 anno), Gianluca Chiaretto (1 anno e tre mesi), Luisa Michelon (1 anno). Assolti Simona Di Biase, Matteo Dessi, Massimo Mortellaro, Renzo Moro e Lucrezia Rosi Ferrari. Tra le accuse contestate l’associazione a delinquere e la truffa. L’indagine, sollecitata da Federcontribuenti, aveva evidenziato che tramite le società Media Weeks e Holiday srl con sede a Vigonza erano organizzati meeting in alberghi per formulare proposte irrevocabili di pacchetti-vacanze in multiproprietà in Italia e all’estero. Tra gli imputati c’erano gli organizzatori (Mazzucato e Polello) e chi aveva il compito di chiudere i contratti-capestro (Michelon e Ongaro). I promotori sono stati ritenuti estranei ai raggiri in quanto si sarebbero limitati a predisporre i contratti senza dare informazioni fuorivianti. «Il promoter telefonava e si qualificava come rappresentante della società Holiday» recita il capo d’imputazione, anche se per alcune accuse c’è stata l’assoluzione «riferendo alle persone contattate di aver vinto un premio consistente in una vacanza di una settimana ed invitandoli a ritirarlo presso l’hotel Araba Fenice di Iseo (Brescia), dove invece i clienti venivano indotti a sottoscrivere una proposta di acquisto di un certificato di associazione per poter utilizzare un appartamento bilocale con 4 posti letto in uno dei complessi turistici del Club Elite Vacation in Sardegna (nella foto un’area balneare) in periodi settimanali al prezzo di 18.900 euro, con la promessa che avrebbero goduto di una settimana di vacanza a costo zero ogni anno e di ulteriori otto settimane di vacanza all’anno al costo di 350 euro». Recedere? Impossibile. O meglio: antieconomico. I venditori riuscivano a convincere le famiglie truffate a firmare il contratto definitivo di compravendita pagando 10 mila euro tramite finanziamento in 60 rate mensili da 243 euro ciascuna ad un tasso del 15,46% e la rimanenza con 6 assegni post datati.

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