Mummie e piramidi Benvenuti nell’antico Egitto

Padova celebra con una grande mostra archeologica i 200 anni dal ritorno dall’Egitto di Giovanni Battista Belzoni e lo fa con un’esposizione di reperti originali, disegni e racconti che ricostruiscono l’epopea di questo personaggio sui generis. Molti pezzi e documenti sono esposti per la prima volta.
IL PERSONAGGIO
La mostra racconta l’Egitto all’epoca di Belzoni, ma anche l’Egitto della civiltà faraonica che, grazie all’esploratore padovano, iniziava a svelare i suoi segreti. Centrale è la narrazione sul personaggio, sulla sua eccezionalità, sulla sua acutezza intellettuale. Ricostruzioni di ambienti, tecnologia digitale ed effetti speciali si snodano lungo il percorso espositivo, il cui filo conduttore è costituito dai tre viaggi compiuti da Belzoni lungo il Nilo tra il 1816 e il 1819. Veri protagonisti sono però i reperti archeologici, prestati da prestigiose istituzioni italiane e straniere: Belzoni ha contribuito in modo fondamentale alla creazione della collezione egizia del British Museum di Londra e di altre collezioni europee.
Il percorso racconta la vita del “grande Belzoni” alternando sistemi di visita tradizionali, con teche e pannelli esplicativi, a momenti di grande impatto emotivo. Il percorso espositivo diventa a tratti uno spazio scenico ed evocativo.
l’OBELISCO E LA TESTA
Il visitatore è accolto dalla riproduzione dell’obelisco di File con i suoi sei metri e mezzo di altezza. L’originale è a Kingston Lacy nel Dorset, nella tenuta di William John Bankes, collezionista.
All’ingresso del Centro c’è invece la testa colossale di Thutmosi III, alta quasi tre metri. L’originale è oggi al British Museum; fu rinvenuta da Belzoni durante lo scavo del tempio di Karnak. Il percorso vero e proprio inizia dal corridoio del primo piano.
Il tunnel del tempo
Qui, in un “Tunnel del tempo” il visitatore conosce l’Egitto alla fine del Settecento attraverso la documentazione raccolta dai 150 studiosi della Commission des Sciences et des Arts che avevano accompagnato le truppe di Napoleone nella campagna d’Egitto (1798-1799). Negli stessi anni a Padova il giovane figlio di un barbiere sognava diversi orizzonti di vita.
La prima sezione racconta dunque la vita di Belzoni prima delle imprese in Egitto e illustra con stampe e dipinti d’epoca, la Padova della fine del Settecento e il borgo del Portello. Poi, l’arrivo di Belzoni in Inghilterra, il matrimonio con Sarah e i primi contatti con il mondo del teatro.
Nel teatro di Londra
Tra suoni di organetto e vociare in sottofondo, il visitatore entra nel Sadler’s Wells Theatre di Londra, parzialmente ricostruito. Sul palcoscenico ecco Mr. Belzoni nel ruolo di Sansone Patagonico e il numero della Piramide umana. In conclusione un gioco d’acqua virtuale: anche per questo genere di invenzioni idrauliche, oltre che per la sua eccezionale prestanza fisica, Belzoni riscuoteva grande successo.
La macchina idraulica
In Egitto arriva in qualità di macchinista per risolvere il problema della siccità, come richiesto dal Pascià. Alcune immagini tratte dagli affreschi delle antiche tombe egizie o da stampe ottocentesche illustrano tecniche da millenni in uso nella terra del Nilo per irrigare i campi. Ed ecco tutto sulla macchina belzoniana.
Alla fine della sezione verranno presentati i personaggi più influenti presenti in Egitto e di ciascuno ecco oggetti rappresentativi.
IL PRIMO VIAGGIO
La sezione dedicata ai viaggi lungo il Nilo è affidata proprio a Belzoni e integrata con immagini tratte dal suo libro “Narrative”: il visitatore conosce gli eventi dalla viva voce di chi ne fu il protagonista, scoprendo dettagli degni di un film di avventura.
Il primo viaggio ebbe luogo tra il 30 giugno e il 31 dicembre 1816 e vide Belzoni cimentarsi con imprese al limite dell’impossibile, già da altri tentate e abbandonate. Al centro della sala, narrate le vicende dell’individuazione e del trasporto del colossale busto del cosiddetto Giovane Memnone dal Memnonium alla riva del Nilo, quindi da Luxor ad Alessandria; impresa già tentata dai Napoleonici. Una ricostruzione in scala reale del busto di Memnone (2,66 metri), oggi al British Museum, adagiato su una barella di legno, è il fulcro dell’esposizione.
Il racconto inizia accanto all’ingresso, dove c’è la riproduzione del coperchio del sarcofago di Ramses III (oggi al Fitzwilliam Museum di Cambridge). E poi approfondimenti su Tebe, sulle divinità, sui Faraoni, con specifici riferimenti a Ramses II e ad Ay, di cui nel corso di questo primo viaggio Belzoni scoprì il sepolcro ipogeico.
LA SECONDA SPEDIZIONE
Il secondo viaggio ebbe luogo tra il 20 febbraio e il 21 dicembre 1817: Belzoni proseguì gli scavi a Karnak, ad Abu Simbel e nella Valle dei Re. Al centro della sala ci sono i sarcofagi di Butheamon, lungo le pareti un approfondimento su Elefantina, le mummie e la pratica della mummificazione. La parete corta di passaggio alla sala successiva diventa la facciata del tempio di Abu Simbel, dove Belzoni entrò il 1° agosto 1817 tra mille difficoltà, dopo un’estenuante operazione di disseppellimento. Attraverso un percorso tortuoso, evocativo della difficoltà di procedere nella sabbia, il visitatore passa nella sala successiva e trova gli oggetti che Belzoni rinvenne nel tempio. Ecco la tomba di Ramses I, scoperta da Belzoni nell’ottobre del 1817.
Seti I
È il momento di una grande emozione nella saletta con gli ushabty di Sethi I e disegni, preludio all’ingresso in una tomba meravigliosa. Infatti tra il 16 e il 19 ottobre 1817 individua e scava la monumentale tomba del faraone Seti I, padre di Ramses II, da quel momento in poi nota anche come Tomba Belzoni (137x19 metri, 11 stanze, 100 metri di dislivello). All’interno rinviene un eccezionale sarcofago in alabastro (privo di mummia) che oggi si trova al John Soane Museum. Di tutto ciò verrà proposta un’eccezionale riproduzione.
Chefren
Uscito dalla tomba di Sethi, il visitatore inizia un percorso simbolico lungo il Nilo, fino all’ingresso della piramide di Chefren, ricostruita in scala al centro della grande Agorà del Centro San Gaetano.
Il 2 marzo 1818 Belzoni, dopo trenta giorni di lavoro, entra infatti nella piramide di Chefren, fino ad allora ritenuta un blocco unico privo di accesso. Anche a Padova ci si potrà entrare, esattamente come aveva fatto l’esploratore. E scoprire, all’uscita, la firma di Belzoni vergata a caratteri cubitali sul muro.
Il terzo viaggio
Il percorso prosegue con le vicende legate al terzo viaggio lungo il Nilo e alle due esplorazioni che lo caratterizzano (verso la città di Berenice sul Mar Rosso e verso l’oasi di El Cassar nel deserto libico). Nel finale, un approfondimento sulla scrittura egizia e il racconto di quel che accadde quando Belzoni, ormai famoso, tornò nella sua Padova. —
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