Muore a 19 anni dopo lo schianto con l’auto

MONTAGNANA. Dieci giorni di ospedale, dieci giorni di speranza. Poi, l’altra mattina, Camilla Maso ha smesso di lottare. La ragazza, diciannovenne di Pojana Maggiore, è morta martedì mattina nell’ospedale di Padova, dov’era stata ricoverata nella notte tra il 23 e il 24 novembre in condizioni gravissime in seguito all’incidente avvenuto lungo la provinciale 90 “dell’Argine Padovana”, tra Montagnana e Pressana.
Una strada già tristemente nota per i numerosi incidenti mortali e che, da questa settimana, si arricchisce purtroppo di una nuova croce. In quella notte, tra sabato e domenica, la ragazza era al volante di un furgoncino Ford Transit, intestato all'azienda di famiglia.
Aveva appena terminato il turno di cameriera in pizzeria, stando al racconto degli amici, e stava raggiungendo la città murata. Il fondo viscido, evidentemente, le è costato caro: l’auto è uscita di strada in via Saoncella a Montagnana e si è schiantata contro un platano.
Le sue condizioni sono parse da subito gravissime, tanto da richiedere il trasferimento dall’ospedale di Schiavonia a quello di Padova. Camilla non si è mai più risvegliata dal coma in cui era caduta appena dopo lo schianto. Attiva da diversi anni nel gruppo scout Campiglia 1, nel Vicentino, Camilla Maso - dopo aver concluso un anno fa il liceo scientifico “Jacopo da Montagnana” di Montagnana aveva trascorso una coinvolgente esperienza lavorativa di un anno in alcune città dell’Australia, iscrivendosi al ritorno a casa, ad inizio settembre, alla facoltà di matematica all’Università di Padova.

Nella città murata era molto nota, e gran parte delle sue amicizie erano concentrate proprio nella Bassa padovana. Era anche un’appassionata sportiva e per anni aveva praticato il nuovo sincronizzato. La ragazza lascia i genitori Francesco e Antonella, titolari del laboratorio di confezioni di famiglia “Dino’s Factory”, oltre ai fratelli maggiori Claudia, Filippo, Riccardo e Margherita e il fidanzato montagnanese Federico. «È un incidente dalla dinamica incomprensibile: mia sorella era prudente al volante, e certo quella strada è altamente pericolosa vista la presenza di numerosi platani. Basterebbe sostituirli con un guard-rail per salvare tante vite», sono le parole, tra lo sconforto e la rabbia, del fratello Filippo.
Grandi sono inoltre l’incredulità e lo scoramento al gruppo scout 1 di Campiglia di cui Camilla era un’appassionata componente da cinque anni e dove stava completando il percorso per diventare capo.

I compagni scout, all’indomani dell’incidente, avevano anche organizzato una veglia di preghiera. Ricordano gli scout: «L’avevamo salutata per l’ultima volta un anno fa prima della sua partenza per l’Australia: era una ragazza dal contagioso entusiasmo, amante dell’avventura e dell’aria aperta». La famiglia della ragazza ha acconsentito all'espianto degli organi. Oggi verrà resa nota la data del funerale, che sarà celebrato a Pojana Maggiore. —
Nicola Cesaro
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