Muore a soli 17 anni durante un banale intervento al petto La famiglia denuncia

Un’immane tragedia ha sconvolto una famiglia di Taggì di Sopra a Villafranca Padovana: Daniele Zanon, di 17 anni appena, è deceduto nel corso di un’operazione cui si era sottoposto lunedì mattina. Avrebbero dovuto rimuovergli delle barre metalliche, che i medici gli avevano inserito un anno e mezzo fa per ampliargli il torace, troppo stretto per la sua costituzione. Sarebbe dovuto uscire dalla sala operatoria di Chirurgia pediatrica dell’ospedale di Padova dopo tre ore e l’intervento non era stato annunciato ai genitori come complicato.
le complicazioni
Ma le complicazioni sono però insorte, tali da sviluppare un’emorragia interna, che i medici non sono riusciti ad arrestare con ore di interventi e numerose trasfusioni. Il ragazzo è stato trasportato quindi in rianimazione al centro Gallucci, dove purtroppo nemmeno lì c’è stato nulla da fare: martedì mattina i medici hanno informato i genitori che il loro figlio era spirato.
l’azione legale
La famiglia si è affidata a un legale e ha richiesto l’autopsia, per capire come sia potuto accadere che il loro figlio, sano e sportivo, senza alcun problema di salute, non sia uscito vivo dalla sala operatoria. La famiglia Zanon a Taggì di Sopra è molto nota, una delle famiglie storiche della piccola comunità che fa parte del comune di Villafranca.
la famiglia
Papà Dario si divide tra il lavoro da muratore e quello da agricoltore, nell’azienda che fu di famiglia e che ha anche una piccola stalla. La mamma Alessandra è casalinga e si è presa cura dei due figli, Alberto di 23 anni, già animatore al patronato parrocchiale, e il più piccolo, Daniele, che di anni ne aveva da poco compiuti 17, lo scorso 2 ottobre. «Era nato con il cosiddetto “petto escavato”» racconta papà Dario, «che non gli aveva mai creato problemi di salute. Ci siamo però rivolti a degli specialisti, che ci avevano consigliato di fargli espandere la cassa toracica, così da non avere problemi di compressione degli organi interni in futuro. L’intervento va fatto da ragazzi, quando lo scheletro è ancora malleabile. Così un anno e mezzo fa gli sono state inserite nel torace delle barre, che gli hanno progressivamente raddrizzato lo sterno. Dopo sei mesi ha dovuto sottoporsi a un intervento per riallineare le barre che si erano spostate, poi dopo un anno ci hanno detto che era giunto il momento di rimuoverle. Così ci hanno fissato l’intervento per lunedì». Daniele si era così sottoposto agli esami preoperatori sia venerdì che domenica, pronto per l’operazione che si sarebbe svolta a Chirurgia pediatrica dell’ospedale di Padova. «È entrato in sala operatoria alle 8 » continua a raccontare il padre di Daniele «e i medici ci avevano detto che lo avremmo rivisto dopo tre ore. Sarebbe dovuto rimanere in ospedale tre giorni e poi finalmente a casa». Ma le ore trascorrono, le 11 passano, si fa pomeriggio e Daniele da quella sala operatoria non esce. «Nessuno ci diceva nulla» continua il papà, «finché ci hanno chiamati nella sala preoperatoria dicendoci di sederci. “Ci sono state delle complicazioni” ci hanno detto».
l’autopsia
A stabilire cosa sia successo sarà l’autopsia che i genitori hanno richiesto: forse nella rimozione delle barre qualcosa ha causato un’emorragia interna. I genitori parlano di almeno settanta sacche di sangue utilizzate per le trasfusioni, poi la corsa alla rianimazione del centro Gallucci, l’ultimo saluto a Daniele oramai incosciente e poi, a quasi 24 ore di distanza dall’ingresso in sala operatoria, la notizia che nessun genitore vorrebbe sentire: Daniele non c’era più. —
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