Nancy Brilli e Goldoni «Sono una locandiera cinica e malinconica»

PADOVA. Se l’inizio della stagione dello Stabile Veneto slitterà a Venezia per l’indisposizione di Luca Barbareschi, a Padova sarà Nancy Brilli, con “La locandiera” di Goldoni, diretta da Giuseppe Marini, a dare il via a Padova alla rassegna del Verdi questa sera.
La scelta di Alessandro Gassman è caduta dunque su un autore e un testo classici, con una attrice di grande notorietà anche televisiva, che per la prima volta ha deciso di cimentarsi con un personaggio della tradizione.
«È stata una scelta precisa» racconta Nancy Brilli «perché volevo provare a fare qualcosa di nuovo e di diverso. Allora con Giuseppe Marini abbiamo passato in rassegna tanti grandi testi, a cominciare da Medea per finire a Feydeau, ma alla fine ci tornava sempre in mente la Locandiera è così abbiamo deciso che era giusto cominciare da Goldoni».
E il pubblico sembra aver gradito. Lo scorso anno esordio a gennaio e teatri pieni. Quest’anno, lo stesso. «Sono molto contenta» dice ancora Nancy Brilli «perché abbiamo il tutto esaurito dappertutto. Segno che il pubblico ci ha creduto a scatola chiusa, mi ha dato fiducia. Poi mi piace molto quando viene in camerino qualche signora che mi conosceva solo per la televisione e mi dice che si è divertita e che ha scoperto grazie a me una commedia straordinaria».
Perché il nome conosciuto, il personaggio, servono anche ad avvicinare al teatro chi non sempre ci va. «A me del mio personaggio non importa nulla» dice Nancy Brilli «sono contenta della notorietà perché vedo che serve, ma mi sento totalmente un’attrice, e mi piace interpretare dei ruoli, non essere me stessa. Ho cominciato a fare l’attrice per caso, girando qualche film, ma ho scoperto che era una passione solo la prima volta che ho messo piede in teatro».
In questo senso “La locandiera” è un punto di passaggio fondamentale per l’attrice. «Gli agenti sconsigliano sempre agli attori di fare teatro» dice «perché è più faticoso e si guadagna meno, ma credo che invece sia importante per chi ha una certa notorietà aiutare il teatro a coinvolgere più spettatori possibile. Il teatro è un’esperienza meravigliosa, che non va persa».
Tradizione da conservare, ma da anche da modernizzare: «Siamo stati fedelissimi a Goldoni, ma abbiamo tolto un po’ di orpelli, abbiamo eliminato i merletti e ci siamo concentrati sugli aspetti più rilevanti. La mia locandiera è divertente, è cinica, ma è anche un personaggio malinconico perché è consapevole di aver rinunciato all’unica occasione che l’amore le ha offerto».
Per il futuro di Nancy Brilli ancora teatro e poi il cinema. «A gennaio» racconta «uscirà un film di Carlo Vanzina con Vincenzo Salemme, ma l’obiettivo è anche quello di portare all’estero “La locandiera”. Ce l’hanno chiesta e credo sia giusto esportare uno spettacolo di alta scuola come è questo, a partire da scene e costumi. È un’eccellenza italiana e sono fiera di poterla esportare”.
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