Nasce Sobon, forno biologico e sociale

Un panettiere con 40 anni di lavoro alle spalle, un pasticcere, due ricercatori, una biologa insieme per una grande impresa

ZONA INDUSTRIALE. Sono riusciti nell’impresa, in senso letterale visto che domani ne inaugurano la sede in via Prima Strada 11, nel cuore della zona industriale. Si chiama Sobon, è un forno biologico, pane e prodotti di panificazione certificati bio, nato da un riuscito impasto e da una paziente lievitazione di esperienza, competenze e entusiasmo di un gruppo di persone che insieme si sono buttate in una nuovissima, grande avventura. . Tutto ha inizio da Maurizio Farnesi, 64 anni, fornaio che per 40 anni ha lavorato nell’attività ereditata dal padre a Pozzonovo. Fino al 2016 quando ha smesso, per via della crisi.

Ma non è tipo da poltrona e televisione: lui, il mago del lievito madre, portatore di un sapere antico, ha incrociato un gruppo variegato di giovani tutti con un master in tasca, e nel giro di un anno assieme hanno fondato una cooperativa sociale. Risultato, nel forno in zona industriale producono ogni genere di pane e dintorni («di qualità, con caratteristiche nutritive uniche», spiegano) e costruiscono anche percorsi di inclusione sociale e lavorativa per persone con fragilità sociali o disabilità. Cosa chiedere di più?

Dunque, tornando all’impasto umano e professionale di cui è fatta la Sobon, oltre al fornaio Maurizio (che si è trasferito a vivere a Padova con la famiglia), c’è Stefano Tognon, 32 anni, pasticcere e cuoco da un paio di lustri, che ha mollato un lavoro sicuro per imparare e innovare le tecniche della produzione di prodotti panificati; c’è Gloria Giovannini, 37 anni, biologa di origine umbra, padovana di adozione, un dottorato di ricerca in tasca: è la responsabile della gestione del laboratorio Sobon e per mesi si è occupata, assieme al fornaio Maurizio, della delicata operazione di preparazione del lievito madre.

E ci sono Mariangela Zane, 33 anni, con Lucio, coppia di biotecnologi nutrizionisti, ex ricercatori in oncologia con l’Università di Padova e con una “fissazione”: occuparsi della salute e del benessere delle persone attraverso il cibo. E’ socio della cooperativa anche Roberto, 38 anni, padovano, che dopo alcune esperienze di tirocinio in aziende, sta effettuando il suo primo inserimento lavorativo alla Sobon, una strada aperta anche grazie al Sil (Servizio inserimento lavoro, Usl). Sil che sopperisce alle risorse sempre più scandalosamente scarse, con lo spirito di iniziativa e la passione di chi ci lavora credendo in quello che fa. Una rarità.

Tra i soci fondatori della cooperativa ci sono Marco Chinello, 44 anni, presidente anche di Ccs (Consorzio di cooperative in ambito di assistenza socio sanitaria e integrazione lavorativa di persone con disabilità) e di Riesco, cooperativa che si occupa di ristorazione; Stefano Turcato, 32 anni, una laurea di Economia e Commercio e master, anche lui si occupa di direzione di cooperative sociali del Ccs; Paolo Tognon, 30 anni, laurea in Linguistica a Padova e master in gestione delle imprese sociali, e Valerio Marcanti, 30 anni, laurea in Scienze alimentari: entrambi anche impegnati nella cooperativa Riesco. Ancora, Carmelo Parrello, 28 anni, nutrizionista con laurea e master e Chiara Berto, 31 anni, laurea in Economia aziendale, che alla Riesco gestisce l’ufficio amministrativo.

Per la Sobon hanno grandi progetti, come è giusto che sia: per ora i loro prodotti si trovano al bar Riesco nel Net Center, a Selvazzano e Saccolongo (sempre nei punto Riesco) e stanno lavorando per attivare una rete di distribuzione in panifici e supermercati. Oltre alla vendita online. Intanto davanti alla sede c’è un’Apecar che vende i prodotti appena usciti dal forno e che comincerà presto a girare per i mercati rionali.


 

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