Navigli, pioggia di sanzioni per cibi avariati e lavoro nero

PADOVA. Senza alcoltest, cibo scaduto e personale non in regola ai Navigli. Venerdì scorso non dev’essere stata una bella serata per i baristi che gestiscono i chioschi sul viale del Portello, quando hanno visto arrivare le pattuglie congiunte di polizia locale, finanza, Nas, polizia e ispettori del lavoro. Proprio mentre si esibivano le modelle di Miss Maglietta bagnata, gli agenti hanno rilevato diverse irregolarità. Dall’assenza del precursore per la misurazione del tasso alcolemico, obbligatorio sia all’ingresso che all’uscita, alla vendita di cibo scaduto (per lo più insaccati e mozzarella per i panini) da parte del proprietario di uno dei chioschi, al personale pagato in nero, fino ai 5 casi di gestori che non hanno esibito il certificato Scia per l’attività di somministrazione e registrazione sanitaria. Ora sono in corso i vari accertamenti per quantificare le sanzioni amministrative da elevare ai commercianti di viale Giuseppe Colombo.
Quello di venerdì sera però è solo uno dei servizi congiunti iniziati il 30 giugno scorso nei locali padovani. In poco meno di un mese di attività, condotte dalle squadre “Attività economiche e ambientali”, sono stati controllati 60 negozi prima che iniziassero i saldi, per verificare che nessuno facesse il furbo e scontasse prima della data prevista, il 2 luglio, i propri prodotti. In effetti 4 di questi sono stati sorpresi a farlo, e sono stati diffidati per i prossimi 5 anni. Quindi niente multa, ma sotto osservazione fino al 2021. Al primo sgarro arriverà la stangata.
Le ispezioni si sono concentrate soprattutto sulle attività gestite da stranieri: «Nessun pregiudizio, anzi, le verifiche sono state fatte regolarmente in tutte le attività anche grazie alle segnalazioni dei cittadini» ha specificato l’assessore alla Sicurezza, Maurizio Saia, «ma il 70 per cento delle irregolarità sono state registrate negli esercizi gestiti dagli stranieri». Sommati a quelle dei Navigli, dove ci sono solo commercianti italiani, si va però in pari. Tra quelli più eclatanti c’è il caso del “kebabbaro” di via Umberto I, multato di 5 mila euro perché all’interno del locale i clienti consumavano alcolici. Il titolare, non essendo in possesso della licenza per somministrare bevande, poteva solo venderle da asporto. In piazzale stazione, invece, sempre un rivenditore di kebab ha subito la sospensione dell’attività per 7 giorni, perché non rispettava l’ordinanza sindacale firmata dal primo cittadino Massimo Bitonci, che impone la chiusura dei locali alle 20 in zona stazione.
Guai anche per lo “Spuncio Bar” di via Annibale da Bassano, dove sono stati sequestrati dai Nas alimentari scaduti e avariati. In via Tre Garofani, invece, l’attività di acconciatore “Zhou Zhijun” sarà multata per “l’abbigliamento non idoneo dei dipendenti”. «Il piano sicurezza include anche igiene e ambiente e chi entra in un locale deve trovare ambienti puliti e prodotti freschi. È un problema molto sentito dalla cittadinanza» ha sottolineato il comandante della polizia locale, Antonio Paolocci.
La replica dei baristi: "Sono solo falsità". “L’unica cosa avariata è la maniera di spargere falsità spacciandole per sicurezza. Domani mi presenterò a palazzo Moroni alle 12 chiedendo copia degli atti di polizia municipale e dei Nas in cui sarebbero contenute le infrazioni di tipo alimentare che sono impossibili per un semplice motivo: ai Navigli si servono bibite alcoliche ed analcoliche. C’è una pizzeria che non ha subito contestazioni di sorta dal Nas e una paninoteca che serve hamburgher. Salumi e formaggi semplicemente non ci sono. Ed allora vuol dire che c’è qualcuno che ha deciso di infangare il lavoro di un centinaio di persone che per altrettanti giorni hanno animato il lungo Piovego. E questo qualcuno adesso deve dare conto delle proprie menzogne”. A dirlo Federico Contin, animatore ed ideatore della rassegna che da maggio a luglio anima per il decimo anno di seguito viale colombo tra gli istituti universitari e il Portello.
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