’Ndrangheta a Nordest: un sequestro nel Padovano

Confiscato il patrimonio dei fratelli Crupi del clan Comisso di Siderno. Nell’indagine finì invischiato Massimo Dalla Valle. Il legale: «Accuse cadute»

PADOVA. Un maxi sequestro di beni del valore complessivo di 30 milioni di euro in 13 province. È l’epilogo dell’indagine che due anni fa ha sgominato una delle più importanti cosche della ’ndrangheta calabrese, i Commisso di Siderno.

Sono scattati i sequestri preventivi su richiesta della Dda di Roma, nei confronti dei beni riconducibili ai due fratelli, Vincenzo e Rocco Crupi, ritenuti i capi clan. In provincia di Padova sono stati sequestrati un appartamento e un garage a Mestrino, in via De Gasperi.

Sotto sequestro sono finite anche 13 società, 36 terreni agricoli, 22 appartamenti, 7 locali commerciali, 21 magazzini, 2 alberghi, un centro sportivo, 33 veicoli e 26 conti correnti.

Nell’inchiesta del 2015 rimase invischiato anche Massimo Dalla Valle, 55 anni, padovano, considerato dagli investigatori una sorta di “fiduciario” delle cosche calabresi.

Dalla Valle è figlio di Lauretta Furlan, 72 anni, ex segretario provinciale della Lega Nord tra il 1999 e il 2000 e presidente della Onlus Archimede che lavora nell’ambito della riabilitazione di bambini disabili.

«A due anni di distanza la sua posizione è completamente stralciata» sottolinea il suo avvocato Riccardo Benvegnù. «È stata revocato persino l’obbligo di dimora».

Il sequestro fatto ieri a Padova riguarda un’abitazione con relativo garage a Mestrino. Proprietario dell’immobile è Rocco Crupi all’1 per cento e l’azienda estera “Dsken-Investimentos e Servicos lda” al 99 per cento. Coincidenza, nei primi anni del 2000 Massimo Dalla Valle risiedeva proprio a Mestrino.

Nell’ordinanza del 2015 finì anche quella maledetta frase, pronunciata con l’amico Rocco Crupi: «Sono 25 anni che mastico ’ndrangheta».

I provvedimenti erano scaturiti da un’attività di indagine dei carabinieri di Latina in stretta collaborazione con l’autorità giudiziaria olandese. L’operazione aveva consentito di scoprire un sodalizio, capeggiato dai fratelli Crupi, collegato ai Commisso di Siderno. Il gruppo era dedito all’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dall’Olanda proprio attraverso la ditta Krupy, con sede legale a Roma e base operativa a Latina, che si occupava del commercio florovivaistico tra Italia e Olanda.

Nel corso della vecchia indagine era stato anche scoperto un giro di ricettazione, con un carico di 20 tonnellate di cioccolato Lindt sottratto all’azienda madre e poi rivenduto in Italia e Olanda. La ricostruzione del patrimonio dei fratelli Crupi ha richiesto oltre un anno di lavoro perché in molti casi i beni erano intestati a prestanome e dislocati sulle 13 province italiane.

 

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