’Ndrangheta in banca e fatture false i boss scelgono il rito abbreviato

Operazione “Fiore reciso” ci sono le prime decisioni: alcuni hanno patteggiato, i due pezzi grossi hanno optato per l’abbreviato e altri sono stati rinviati a giudizio. Le loro sorti si sono decise ieri mattina di fronte al Gup Cristina Cavaggion: imputati tutti assenti, presente solo la pattuglia di difensori. Quella dell’operazione “Fiore reciso”, chiamata così perché le due menti dell’organizzazione (Bartucca e Spadafora) provengono da San Giovanni in Fiore (Cosenza), è anche una storia di investigatori nascosti nell’ombra.
agenti infiltrati
Di agenti sotto copertura che di notte si introducono nel capannone in uso al boss, filmano tutto, fotografano droga e armi e annotano ogni particolare. Devono raccogliere prove ma non possono farsi scoprire. L’orizzonte è lungo quando si fanno indagini del genere. Non si tratta di catturare uno spacciatore, bisogna mappare l’attività di un’organizzazione che pensa in Calabria e agisce a Padova. Un’organizzazione in cui ognuno aveva un ruolo preciso: Bartucca la mente; Spadafora il braccio operativo; Lorenzo Ceoldo (47 anni di Vigonza) il ragioniere; Vincenzo Giglio (27 anni di Crotone) il figlio del boss; Antonio Giardino (49 anni residente a Verona) il capocosca di Isola Capo Rizzuto; Pasquale Pullano (41 anni di Crotone) e Giuseppe Cozza (43 anni di Crotone) i corrieri; Saimir Vezi (43 anni, albanese) il fornitore di droga; Luca Segato (48 anni di Vigonza), Domenico Sottile (42 anni di Crotone, residente a Spinea), Domenico Carbone (41 anni di Catanzaro, residente a Fiesso), Nicola Girina (40 anni di Dolo) e Antonino Cassandro (48 anni di Vigonza)i clienti fidati; Enrico Borrini (53 anni di Brescia) il procacciatore di artigiani disposti a fare false fatture. Fantasioso anche il luogo prediletto per incontri e scambi di “merce”: l’Ikea con il suo parcheggio enorme.
ricchi compensi
In questo pantano sono finiti Federico Zambrini, 50 anni, di Piovene Rocchette (Vicenza), direttore della filiale all’epoca dei fatti e il suo cassiere Roberto Longone, 45 anni, di Piove di Sacco. Secondo quanto scritto nell’ordinanza chiesta dal pm Benedetto Roberti e firmata dal gip Mariella Fino percepivano ricchi compensi. Nell’inchiesta è rimasto invischiato anche Gianni Mion, all’epoca presidente del consiglio d’amministrazione di Banca Popolare di Vicenza. La procura contesta la mancata vigilanza e ordina il sequestro, a carico dell’istituto bancario, di 187 mila euro. Documentate fatture scontate dai fidati bancari della filiale Bpv di Busa di Vigonza per creare liquidità da investire nel traffico di droga. Ma anche per “aiutare” alcuni piccoli imprenditori a frodare il fisco.
le decisioni
Bartucca, Spadafora e Girina sono stati ammessi al rito abbreviato (beneficeranno di uno sconto di pena) il prossimo 3 aprile. Hanno patteggiato: Carbone, un anno, 8 mesi e 4 mila euro di multa pena sospesa; Gardin, un anno, 5 mesi, 10 giorni, pena sospesa; Sottile, 2 anni, 6 mesi e 7.500 euro di multa, non sospesa; Cassandro, in continuazione con un reato precedente, 6 mesi e mille euro di multa; Segato, 2 anni e 8 mila euro di multa, pena sospesa. Zambrini, Longone, Giglio, Giardino, Ceoldo, Pullano, Cozza, Garbin, Nardon, Bilani, Borrini e Vezi vanno a processo il prossimo 13 marzo. —
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