Negozi e un ristorante alla Stanga
Ecco come cambia in via Venezia l'area dell'ex concessionaria Opel

LA STANGA L’ex sede dell’Opel in via Venezia dove presto apriranno dei negozi e anche un ristorante
STANGA.
Se il commercio è il cuore di un quartiere, il muscolo cardiaco della Stanga si appresta a battere con grande forza. Grazie alla famiglia Stimamilgio-De Kunovich, storica dinastia proprietaria dell'hotel Biri e di gran parte di immobili della Stanga. Fra i possedimenti gli spazi lasciati vuoti l'anno scorso dalla concessionaria Opel (che ha traslocato in zona industriale). Si è parlato a lungo del futuro di via Venezia e il prossimo 6 aprile comincerà a definirsi la riqualificazione commerciale della via. Prima inaugurazione «il marchio Kiabi (abbigliamento commerciale della Aushan) che ha locato i 1.700 metri quadrati ad angolo con via Bonaventura da Peraga», rivela Ermanno Ronchi, genero della signora Stimamiglio-De Kunovich e presidente della società Sis Immobiliare. E siamo solo all'inizio. «Abbiamo ristrutturato tutta l'aria - aggiunge l'imprenditore milanese -. Accanto abbiamo un negozio centrale da 350 metri quadrati che quasi certamente sarà un food o magari un ristorante. Subito dopo resta Divani Idea e, dietro, siamo in trattative con un grosso gruppo per un negozio di alimenti per animali domestici e vendita di piccoli animaletti come i pesci rossi. Questa catena ha già 70 punti vendita e sta prendendo piede, se va in porto la trattativa come immagino, si chiamerà l'Isola dei Tesori e si estenderà per 500 metri quadrati» e l'inaugurazione è già in scaletta tra un paio di mesi. Il tutto condito dall'ingrediente più ricercato dal business: i parcheggi. Il «lotto» De Kunovich vanta un grande park sotterraneo da un centinaio di posti che può generosamente ospitare i clienti delle attività. L'intendo è restituire un'immagine di freschezza alla zona con la speranza che «il progetto via Anelli - svela Ronchi - faccia il resto e sia un volano per l'economia di Padova Est». L'idea iniziale era quella di aprire dei temporary shop, cioè negozi che restano aperti a tempo e cambiano continuamente il prodotto. «Era un'idea prima di definire gli spazi - spiega il presidente della Sis -. Di fatto non servono più, tuttavia resta la possibilità per il negozio centrale: tre vetrine da trecento metri quadrati ancora da destinarsi. Le trattative in corso sono molte, con i lavori abbiamo predisposto anche gli scarichi necessari per la ristorazione ma la nostra scelta è soprattutto quella di agevolare aziende che diano immagine a tutta l'aria. Il rione ha già avuto troppi problemi e abbiamo il dovere di fare attenzione». (e.sci.)
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