Negozi in crisi anche in periferia chiude l’edicola a Borgo Treviso

Turn over senza precedenti tra le attività commerciali del quartiere che ora perde la storica rivendita di giornali: «Affitto troppo caro, si finisce per lavorare gratis»



Caro-affitti e crisi del negozio di vicinato, dopo la centralissima via Garibaldi dentro le mura arriva una doccia fredda anche in Borgo Treviso: dall'inizio di quest'anno, infatti, ha abbassato le serrande la storica edicola, una realtà che esisteva dagli anni Sessanta. Ma non è l’unica attività a risentire della crisi,, in un borgo dove il turn-over tra aperture e chiusure non è mai stato così continuo.

cessata attività

Gabriella Meneghetti aveva raccolto il testimone dal fondatore, Ilario Andretta, e ha resistito fino al 31 dicembre dello scorso anno. Poi ha detto basta: «Troppi oneri, troppo sacrificio, affitto troppo alto, e sicuramente l'erario non è etico». Resta una grande amarezza: «Era un salotto, un luogo di incontro, i clienti sono sempre stati meravigliosi». «Ho iniziato il primo gennaio 2006, Andretta - che vive ancora in questo quartiere - iniziò negli anni Sessanta, c'erano i giornali, ma anche prodotti tipici, e poi frutta, verdura».

La chiusura dell'attività ha generato rammarico e malinconia tra i residenti, il negozio era diventato familiare per tanti, un pezzo di vita, un custode di qualità e di tanti ricordi: «Siamo stati un punto di riferimento, offrendo un servizio importante», continua l'ormai ex negoziante. «Arrivava gente anche da fuori Comune, e con i giornali c'erano frutta, bottiglie di vino. In uno spazio relativamente piccolo - 33 metri quadrati - ho cercato di ottimizzare il tutto, di rendere i prodotti appetibili. E avevo la mia bella clientela». Meneghetti ha provato a passare il testimone: «Tanta gente è venuta a vedere il posto, per subentrare alla mia gestione. Ci tenevo che non morisse, che continuasse, ma quello che mi hanno detto tutti è che sarebbe servito troppo impegno, e poi sicuramente l'affitto è alto». La spugna gettata: «Ho 43 anni di contributi, sono in pensione da due anni e nonostante mi piacesse il mio lavoro a un certo punto è stata una scelta forzata, perché lavorare dalle 6 della mattina e ritrovarsi a farlo praticamente gratis non aveva più senso. E poi avevo esigenze familiari, un lavoro come questo richiede dedizione». Quanto hanno inciso la crisi e la concorrenza spietata dei centri commerciali? «Non è che si passi indenni, però sono riuscita ad andare avanti organizzando al meglio la mia attività e coltivando una clientela fidata. Mi dispiace».

vendesi

Intanto cerca di passare il testimone anche Lorenzo Zilio, della storica edicola in centro, vicino al Duomo, che ha messo in vendita la sua realtà: «Sono in pensione da 10 anni», racconta, «il chiosco ne ha 25, inizialmente era in piazza Scalco. Svolgiamo anche un servizio di consegna a domicilio, dentro e fuori le mura, c'è un rapporto bello, di amicizia con i clienti». Per chi fosse interessato: 335.6846077. —

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