Nel garage del don c’è sempre un letto per i senzatetto

Da tempo don Marco Scattolon (nella foto), parroco di Rustega di Camposampiero, mette in pratica l’invito all’accoglienza ribadito dal vescovo Claudio Cipolla nella sua vista, in settimana, a Cittadella. Monsignor Cipolla aveva esortato tutti a non chiudere le porte a chi chiede aiuto. Reduce dal pranzo alle Cucine popolari di Suor Lia, proprio nei giorni dei controlli effettuati dai vigili inviati dal sindaco di Padova Massimo Bitonci, il vescovo da Cittadella aveva evocato una immagine forte: «Emarginati e profughi sono crocifissi viventi». E don Marco, non solo lascia tutto il giorno i cancelli della canonica spalancati ma, come scrive nella cartolina domenicale «Ogni notte lascio aperto il mio garage dove conservo un misero letto: a volte qualcuno viene per ripararsi durante la notte. Chissà da chi l’avrà saputo! All’alba se ne va, lasciando tutto in ordine». Probabilmente si tratta di persone diverse che si alternano ma è il segnale reale che i poveri, i senza tetto e gli affamati sono tra di noi, «e vanno aiutati, soccorsi e consigliati». Il sacerdote, che già ospita in canonica un carcerato marocchino di 32 anni che sta scontando gli arresti domiciliari e che, essendo senza domicilio, ha trovato ospitalità solo dal prete, rivolge anche un appello «a quanti hanno un ruolo, vigili, carabinieri, controllori, guardie di vario tipo, impiegati agli sportelli, insegnanti, preti, dipendenti a non applicare la legge e basta, ma ad ascoltare prima le ragioni di chi la sta trasgredendo, per discernere e decidere usando sempre il buon senso. Prima delle regole viene l’aiuto, prima il cuore e poi la legge» conclude don Marco Scattolon. (fra.z.)
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