Nel laghetto del parco Iris tornano tartarughe e pesciolini rossi / VIDEO

FORCELLINI. Bentornate tartarughe e pesci rossi. Questa mattina i tecnici del Comune libereranno la fauna acquatica nel laghetto del parco Iris, tra i rioni Forcellini e Voltabarozzo. Alcune settimane fa infatti l’acqua della piscina artificiale era stata svuotata per consentire la pulizia della vasca. Di conseguenza gli ospiti del lago erano stati trasferiti in strutture per animali. Ma adesso che i lavori sono terminati, gli “abitanti” del parco possono tornare a casa loro. Per la felicità di plotoni di bambini. Il laghetto, infatti, è uno dei luoghi più frequentati dai piccoli: danno da mangiare ai pesci rossi e alle amiche tartarughe che accarezzano con gli occhi e, i più temerari, tentano pure con le dita. E quando pesci e tartarughe sono scomparsi è scoppiato un caso. Allora era intervenuto l’assessore Andrea Micalizzi a spiegare cosa stava accadendo. Prima di tutto rassicurando sulla salute degli animali che sono stati temporaneamente trasferiti in strutture adeguate per consentire la pulizia del laghetto. E poi dovendo affrontare una situazione spigolosa che, da oggi, potrebbe ripresentarsi.
A monte dell’intervento (costato a palazzo Moroni 90 mila euro) un comportamento deprecabile degli stessi fruitori del parco. «Lo svuotamento del lago - torna a dire Micalizzi - si è reso necessario perché c’era un abnorme sovraffollamento proprio di pesci rossi e tartarughe. Oggi il lago ha un riciclo di acqua per il benessere dei suoi ospiti, ma il progetto iniziale ne prevedeva solo un certo numero controllato. Nel corso del tempo troppe famiglie hanno abbandonato qui i loro amici indesiderati, senza rendersi conto che questo comportamento equivale a lasciare un cane in autostrada. Gli abbandoni hanno finito per sovvertire l’equilibrio del lago. Per questo metteremo dei cartelli di divieto e sanzioneremo chi trasgredisce abbandonando nel lago pesci e tartarughe. Non c’è nulla di poetico nel lasciare il proprio animaletto quando ci siamo stancati di occuparcene: abbandonarlo nel lago non significa restituirlo alla natura».
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