Nella scena del delitto di Badia compare una pistola giocattolo

MASI. Una pistola giocattolo: l'arma con cui la vittima ha scatenato la reazione del suo carnefice o lo strumento utilizzato dal killer per depistare le indagini? È il principale quesito che da ieri anima le indagini sul giallo di Badia Polesine, dove la notte di Capodanno il proprietario di casa - Giorgio Pasqualini, 68 anni, ex cuoco residente per anni a Masi e agli arresti domiciliari - ha massacrato a coltellate un quarantacinquenne pregiudicato di Lendinara, Lorenzo Ferracin.
Nell'abitazione di via Emanuele Finzi i carabinieri avevano già sequestrato il coltello che per almeno dieci volte ha colpito la vittima lendinarese, e il telefono cellulare di Pasqualini. Nelle ultime ore è emerso un altro notevole dettaglio, ossia il sequestro di una pistola giocattolo. Secondo il racconto del padrone di casa, quella sarebbe stata la molla capace di scatenare la sua “legittima difesa”: Ferracin, sempre stando al racconto di Pasqualini, si sarebbe introdotto in casa furtivamente, minacciando l'ex cuoco con l'arma giocattolo.
Per gli inquirenti, però, la storia raccontata all'alba di domenica dal pensionato - conosciuto come “Zio coca” per i suoi trascorsi di spaccio - ha troppi lati oscuri. Pasqualini, tra le altre cose, avrebbe tentato di inquinare la scena del delitto: il sessantottenne avrebbe simulato un'effrazione in uno degli ingressi della casa di via Finzi 75, sistemando poi la stessa pistola in mano alla vittima. Questo elemento e molti altri sono stati annotati nelle otto pagine di provvedimento con cui il magistrato Andrea Girlano ha disposto il fermo dell'ex cuoco di Masi, accusato di omicidio volontario. Sarà il giudice per le indagini preliminari Alessandra Martinelli - a seguito dell'interrogatorio di garanzia slittato a questa mattina - a confermare o meno il fermo disposto dal pm.
Il difensore di Pasqualini, Franco Capuzzo del foro di Padova, ha intanto chiesto che l'autopsia di Lorenzo Ferracin venga effettuata nella formula dell'incidente probatorio, dunque dal gip e non dal pm, da un giudice terzo e con un perito terzo. Questo allungherà i tempi dell'accertamento tecnico, utile per capire innanzi tutto l'ora esatta della morte, ma anche l'angolazione delle ferite e per cercare eventuali segni di colluttazione, che pare in realtà essere mancata. Parteciperanno con un loro perito all’autopsia anche il fratello e la sorella della vittima, rappresentati dall'avvocato Adino Rossi di Badia Polesine.
Intanto i militari del reparto operativo guidato dal maggiore Francesco Dotto sono ancora alla ricerca di altri elementi utili a ricostruire il tragico Capodanno di via Finzi. Non è ancora chiaro, ad esempio, come Ferracin sia arrivato a casa di Pasqualini: il quarantacinquenne girava infatti solo in bicicletta, ma del mezzo non c'è traccia nei dintorni dell'abitazione in cui ha trovato la morte.
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