Net Padova, chiesto il fallimento per la società di Mauro Bertani

PADOVA. Naufragando nell’insolvenza, rischia il fallimento Net Padova srl, società riconducibile all’imprenditore-finanziere originario del Piovese, Mauro Bertani, legale rappresentante. L’istanza, già promossa nel marzo 2015 dal pubblico ministero padovano Roberto D’Angelo, potrebbe essere definita entro breve dal tribunale di Padova (il giudice relatore è Maria Carla Majolino). Tribunale che si è riservato la pronuncia nell’ultima udienza svoltasi il 2 settembre dopo una numerosa serie di rinvii. Il motivo? Le continue promesse da parte di Bertani di saldare i debiti tributari che lo hanno fatto finire indagato in più procedimenti penali per il reato di omesso versamento dell’Iva.
Debiti fiscali. In realtà l’imprenditore 50enne non ha mai provveduto a elaborare un piano di “rientro” a rate delle somme vantate dallo Stato a titolo di imposte. Davanti ai giudici lo ha confermato un funzionario dell’Agenzia delle Entrare che avrebbe spiegato come il pagamento delle imposte sarebbe avvenuto attraverso un sistema di compensazione fra i crediti vantati da alcune società di Bertani e i debiti di Net Padova srl. Un sistema complicato sui quali la procura vuole vederci chiaro, tanto da aver delegato accertamenti all’Agenzia delle Entrate. Per capire un punto fondamentale: come si sono generati quei crediti che avrebbero consentito l’utilizzo del meccanismo compensativo?
Peraltro nel 2014 un altro debitore di Net Padova (Domenichino 11 srl in liquidazione) aveva presentato una prima istanza di fallimento a carico della società di Bertani, anche se il procedimento si era concluso il 23 febbraio 2015 con un decreto del tribunale che dichiarava il non luogo a procedere quanto al fallimento di fronte alla volontà di rinuncia della parte ricorrente.
Procedimenti penali. Tutto parte dalle inchieste penali nei confronti di Bertani per insolvenza tributaria: in questo caso il pubblico ministero può attivare la procedura di fallimento per consentire ai creditori (tra cui lo Stato) di rientrare delle somme legittimamente pretese. La denuncia penale era stata trasmessa in procura dal responsabile dell’Area territoriale di Padova Equitalia Nord spa che aveva segnalato il forte debito di Net Padova verso l’Amministrazione finanziaria. Un debito enorme per 4.709.308 euro. Successivamente l’Agenzia delle Entrate aveva trasmesso un altro rapporto contro Bertani: l’imprenditore risultava non aver versato l’Iva dovuta in base alla dichiarazione del 2010 per ben 1.321.094 euro e in base alla dichiarazione del 2011 per 263.681 euro. Net Padova aveva tentato di chiedere l’ammissione a un concordato preventivo, dichiarata inammissibile. Disastrosa la sua situazione economica: nel 2010 il bilancio segnava una perdita per 1.158.261 euro, con debiti per 7.012.394 euro e crediti per 4.675.469 euro. Nel 2011 la situazione si era aggravata con un perdita di 7.467.931 euro. Nel 2012 e nel 2013 Net Padova non aveva depositato nemmeno i bilanci.
Vecchi guai. Il 4 luglio scorso Bertani è stato condannato a 2 anni e 6 mesi per tentata concussione e istigazione alla corruzione: era accusato (in concorso solo per la corruzione con il luogotenente dell’Arma Franco Cappadona) di aver pilotato l'indagine di mercato promossa dall'Arpav per trovare una nuova sede. L’obiettivo? Favorire l'arrivo degli uffici dell'agenzia regionale nell’area del Net Center, ovvero il complesso in via Venezia (dove si trova l’ex hotel B4 ora SB dalle iniziali della figlia che lo gestisce). Nel 2011, attraverso una cessione di quote societarie, Bertani ha venduto alcune aree a San Lazzaro dove è previsto il nuovo polo ospedaliero.
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