Neurostimolatore nel cervello guarite due bimbe di quattro anni

Operazioni eseguite per la prima volta in Italia nel reparto di Neurochirurgia dell’Azienda Le bambine erano costrette in un letto di Terapia intensiva, ora vanno in piscina con i genitori
Di Elisa Fais
Treviso 20051122 IN FOTO IL DIRETTORE GENERALE USL 9 CLAUDIO DARIO (FOTOFILM/FotoFilm ) DARIO. Usl 9 Treviso Confermato
Treviso 20051122 IN FOTO IL DIRETTORE GENERALE USL 9 CLAUDIO DARIO (FOTOFILM/FotoFilm ) DARIO. Usl 9 Treviso Confermato

Il sogno di riuscire a vivere una vita normale sta diventando realtà per due bimbe di 4 anni gravemente malate, grazie ad un dispositivo ad alta tecnologia impiantato nel loro cervello. Il delicato intervento chirurgico è avvenuto all’Azienda Ospedaliera di Padova, nel reparto di Neurochirurgia pediatrica, ed è il primo in Italia nel suo genere. «È il risultato di una sinergia consolidata tra Azienda e Università, dimostratasi ancora una volta vincente», commenta Claudio Dario, direttore generale di via Giustiniani. Le due bambine fino a poco tempo fa erano costrette in un letto di terapia intensiva, intubate e sedate, perché le contrazioni muscolari di cui erano vittime rischiavano di causare danni irreparabili al loro corpo. «Entrambe erano in coma farmacologico perché gli spasmi improvvisi erano così forti da compromettere il loro stato di salute, fino a impedire il sonno», spiega Domenico D’Avella, direttore del Dipartimento di Neuroscienze, «l’operazione ha dato risultati eccezionali: ora possono giocare e stare accanto ai propri genitori. Una madre pochi giorni fa ha inviato un video che ritraeva la figlia divertirsi in piscina». Le piccole pazienti sono affette da malattie metaboliche: un gruppo di patologie, ereditarie o acquisite, che si manifestano quando c’è un difetto nel funzionamento delle cellule del corpo. Accade che una sostanza si accumula in eccesso perché non è correttamente metabolizzata, interferendo con funzioni fondamentali. Le bimbe sono portatrici di un difetto del funzionamento di alcune cellule nervose del cervello. Questo, ha sviluppato in loro un disturbo del movimento caratterizzato da contrazioni muscolari involontarie e invalidanti, che costringono alcune parti del corpo ad assumere posture o movimenti anormali e spesso dolorosi. «Le bambine non rispondevano ai farmaci, quindi l’intervento si è reso indispensabile e soprattutto urgente», aggiunge D’Avella, «dopo pochi giorni dal loro arrivo in reparto, il Ministero della Salute ci ha autorizzati a svolgere l’operazione chirurgica prima d’ora mai eseguita nel mondo a pazienti pediatrici al di sotto dei sette anni». I due interventi sono stati effettuati dai chirurghi Salvatore Ferla e Angelo Padoan, sotto la guida del loro direttore Salvatore D’Avella. Ha collaborato anche Angelo Antonini, direttore dell’unità per i disturbi del movimento dell’ospedale San Camillo di Venezia. Il dispositivo utilizzato è chiamato Deep brain stimulation system (Dbs). «Alle piccole pazienti è stato impiantato un neurostimolatore che emette leggeri impulsi che arrivano al cervello attraverso due sottili elettrocateteri. Gli impulsi sollecitano il cervello a impartire specifici comandi ai muscoli per favorire il coordinamento dell’attività motoria», specifica il professore, «Il generatore è impiantato nel torace e le batterie, ricaricabili, possono durare fino a 25 anni. La difficoltà dell’operazione sta nella corretta applicazione del dispositivo: soprattutto nei bambini ci vuole una precisione sub-millimetrica. Finora l’impianto del dispositivo è stato effettuato su pazienti adulti, anche affetti da gravi forme di Parkinson».

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