Niente carcere perchè è incensurato e la condanna non supererà i tre anni
Arresti domiciliari per Stefan Alin Maracine, il 28enne alla guida dell’auto killer: la misura cautelare è stata decisa dal pm Maria D’Arpa. Misura scattata di fronte alla contestazione del reato colposo più grave e del comportamento da “pirata”. Ma perché il giovane non è andato in carcere? Ci sono dei criteri stabiliti dalla legge che impongono di valutare il tipo di provvedimento cautelare da applicare, da quello più grave (l’arresto con trasferimento in carcere) a quello più lieve (gli arresti domiciliari). Quest’ultima misura va considerata quando un soggetto ha un domicilio ed è privo di precedenti penali, come nel caso di Maracine. Ma c’è un terzo elemento che pesa e impone di non mandare in carcere una persona: è quanto previsto dall’articolo 275 comma 2 bis del codice di procedura penale come modificato dal legislatore nel 2001 con l’obiettivo di “svuotare” le carceri troppo affollate. «... Non può applicarsi la misura della custodia cautelare in carcere se il giudice ritiene che, all’esito del giudizio, la pena detentiva irrogata non sarà superiore a tre anni». Il che significa che, fatti i conti per la sequela di reati colposi contestati al romeno, se si ipotizza che alla fine del processo (o di un rito abbreviato o di un patteggiamento) la condanna non sarà superiore ai tre anni di carcere, il pubblico ministero non può mandare dietro le sbarre l’indagato durante l’inchiesta. Al massimo può spedirlo solo agli arresti domiciliari. E il caso di Maracine rientra in questa previsione perché la pena prevista sempre dal legislatore per i reati colposi non è particolarmente alta. Almeno finché non ci sarà una specifica previsione del reato di omicidio stradale: se ne è parlato tanto, ma finora il Parlamento non ha risolto la questione. Intanto domani per il 28enne ci sarà la convalida dell’arresto davanti al gip Cristina Cavaggion.
Cristina Genesin
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