«Niente serie A, mancano gli italiani»
Raghvir Chauhan, presidente del cricket club Padova: «I miei giocatori sono nati e cresciuti qui, ma sono tutti indiani»

«Non posso iscrivere la mia squadra in serie A perché mi mancano cinque giocatori italiani. Mentre molti sono ragazzi nati e cresciuti qui: se ci fosse lo “ius soli” sarebbero già nostri concittadini». Lui la cittadinanza italiana l’ha ottenuta visto che vive a Padova da 25 anni, ma Raghvir Singh Chauhan, agente di viaggi e già candidato alle scorse elezioni in “Area civica” si schiera nettamente per i nuovi diritti. A partire proprio dallo sport.
Da qualche anno infatti ha messo in piedi l’«IB cricket club», squadra che a Padova si allena e gioca sui prati attorno all’Euganeo. Uno sport in Italia poco praticato, ma famosissimo nei paesi anglofoni, tra cui appunto l’India. E tutti indiani sono i giocatori della squadra padovana che ha dominato i campionati minori. «Potremmo anche iscriverci in serie A, ma il regolamento prevede almeno cinque giocatori italiani. Che noi non abbiamo – spiega Chauhan – La mia squadra ha 12 atleti, tra i 22 e i 35 anni. Ma tutti di nazionalità indiana».
Sulla legge che riconosce lo “ius soli” l’imprenditore indiano è assolutamente favorevole: «L’Italia dovrebbe allinearsi ai tanti paesi europei e agli Usa dove questo diritto già esiste – spiega – Per chiedere rispetto bisogna anche riconoscere le persone. Ci sono ragazzi di origine straniera nati e cresciuti in Italia che si sentono un passo indietro rispetto ai propri compagni. Così non si favorisce l’integrazione».
Integrazione che potrebbe passare anche dall’attività sportiva, secondo Chauhan: «Io inviterei tutte le nazionalità a giocare nella mia squadra. Perché lo sport allontana i giovani dalla droga e dalla malavita – sottolinea l’imprenditore indiano – Purtroppo noi non abbiamo un campo vero su cui giocare, altrimenti potremmo iniziare ad allenare anche squadre giovanili. Potremmo insegnare ai bambini un nuovo sport come il cricket. In alcune nazioni, come in Gran Bretagna e Sudafrica, i giocatori guadagnano anche milioni di euro, come i calciatori qui in Italia». Infine l’ultimo appello: «Se ci sono cinque italiani che vogliono giocare con noi mi contattino: potremmo andare in Serie A».
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