Nigeriano picchiato da finti carabinieri

Cercavano droga gratis e hanno colpito l'uomo con un pugno di ferro: arrestati dai veri carabinieri
un tirapugni simile a quello utilizzato per l’aggressione allo straniero
un tirapugni simile a quello utilizzato per l’aggressione allo straniero
MONSELICE. Finti carabinieri arrestati dai carabinieri. Ha dell'incredibile la storia che stiamo per raccontare. Storia che vede protagonisti due giovani di Monselice, arrestati per rapina in concorso, usurpazione di titoli e porto di oggetti e armi atti allo scasso. In cella, l'altra notte, sono finiti Amos Guglielmo, 38 anni, manovale di Monselice, ex marito di una starlette del porno soft e già conosciuto dalle forze dell'ordine e Marco Valandro, 29 anni, figlio di un conosciuto imprenditore sempre di Monselice. Guglielmo e Valandro sono stati «incastrati» dalla loro vittima, un nigeriano di 39 anni residente a Pontevigodarzere. L'uomo, picchiato a sangue (i medici in pronto soccorso la notte scorsa l'hanno medicato e dimesso con una prognosi di otto giorni per percosse al viso e al corpo), ha trovato comunque la forza di chiamare i carabinieri al numero d'emergenza (112), segnalando tra paura e sconcerto di essere stato picchiato e rapinato del portafoglio da due persone vestite in borghese ma che si erano qualificate come carabinieri. E che lo hanno insultato, perquisito e poi picchiato. Secondo quanto si è appreso Amos Guglielmo e Marco Valandro cercavano droga, e la cercavano gratis.


Ecco il motivo per cui si sono finti carabinieri in borghese. Così da «sequestrare» le dosi in tasca allo spacciatore scelto come vittima. Ma il nigeriano bloccato con lo spaccio non c'entrava nulla. Ai due l'extracomunitario ha continuato a ripetere che non aveva alcuna droga in tasca. Ma a loro pare non sia importato nulla. Anzi, innervositi perché la perquisizione non dava gli esiti sperati, hanno cominciato a picchiarlo (calci e pugni), per poi abbandonarlo al proprio destino, non prima di avergli portato via il portafoglio. La rapina con pestaggio è avvenuta poco prima della mezzanotte di domenica all'Arcella in via Pajetta. Marco Valandro e Amos Guglielmo, tuttavia, sono stati bloccati poco distanti dai veri carabinieri ai quali la vittima aveva descritto gli aggressori, ricordandosi anche l'auto con cui erano fuggiti, una Volvo S60 al volante della quale c'era Marco Valandro. Ad Amos Guglielmo è stato trovato in tasca un tirapugni di acciaio con le punte e un cacciavite.


Nell'abitacolo della vettura i militari del Radiomobile di Padova diretti dal luogotenente Ettore Bertato hanno trovato anche un paio di manette, ma soprattutto il portafoglio del nigeriano. Oggetto che ha convinto il magistrato di turno a firmare l'ordine di arrestato per rapina in concorso. Il giovane nigeriano, invece, ha terminato la sua serata in pronto soccorso: contusioni multiple al volto e al corpo recita il referto medico. Fortuna che non ha creduto al fatto che i due fossero veri carabinieri e ha chiamato fiducioso l'Arma.

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