«No alla chiusura dell’ufficio Arpav»

Ieri la protesta dei lavoratori contro la soppressione dei laboratori: «Ci rimettono l’ambiente e la salute»
Di Luca Preziusi

«Chiudendo i laboratori Arpav padovani si mette a rischio la tutela ambientale di tutto il Veneto e la salute degli abitanti». Ieri mattina i sindacati Cgil, Cisl e Uil e alcuni dipendenti Arpav, hanno sistemato il loro banchetto davanti a Palazzo Moroni per protestare contro l’annunciata chiusura dei laboratori di analisi per la tutela, il controllo, il recupero dell'ambiente e per la prevenzione e promozione della salute collettiva.

«A Padova si svolgono il 44% delle analisi di tutto il Veneto», ha dichiarato Assunta Motta della Cgil , «È un centro di riferimento nazionale per le analisi della qualità dell’aria. Abbiamo già denunciato le pesanti conseguenze delle precedenti chiusure di laboratori di analisi di Vicenza, Belluno e Rovigo, che dimostrano quanto non basti limitarsi ad incrementare il controllo periodico del territorio». C’è da precisare che non si rischiano posti di lavoro, perché qualora i laboratori dovessero chiudere, tutti i 30 dipendenti verranno trasferiti a Mestre.

«Questa situazione è stata creata dall’ex direttore generale dell’Arpav, Andrea Drago, designato dalla stessa giunta regionale che adesso vuole ripianare il debito tagliando controlli ambientali», ha detto Scarparo D’Emanuele, segretario generale della Uil. Secondo i sindacati, la richiesta di analisi della qualità dell’aria degli ambienti di lavoro, così come quelle sull’attività di bio-monitoraggio ambientale è continuamente in aumento: con la chiusura dei laboratori di Padova, si andrebbero a intasare i centri di Venezia, Treviso e Verona che potrebbero non risultare più adeguati e quindi chiusi definitivamente. Anche Legambiente e il parlamentare padovano di Sel Alessandro Zan, hanno sostenuto la protesta di sindacati e lavoratori: «Un’eccellenza che va senza dubbio non solo mantenuta ma anche rafforzata, ampliandone la portata e magari estendendo il servizio alle aziende per la prevenzione e gestione dei rischi nei luoghi di lavoro», ha dichiarato il deputato, «L’operazione di chiusura del laboratorio appare del tutto irragionevole, non portando a nessun risparmio anzi, si prospetta un aumento di costi per Arpav per adeguare le strutture presenti a Venezia». Intanto Arpav ha confermanto la volontà di chiudere i battenti: «Abbiamo iniziato un percorso di contrazione e razionalizzazione delle spese per la realizzazione dei servizi fin dall’aprile 2011, data di insediamento della nuova direzione», si legge in una nota dell’agenzia regionale, «La riorganizzazione avviata e in fase di conclusione si basa sul concetto che per l’utente non è essenziale sapere dove vengano analizzati i suoi campioni, basta che i risultati arrivino nei tempi garantiti. I laboratori erano 7 e avevano bisogno di investimenti per essere efficienti, investimenti non compatibili con la situazione economica dell’agenzia e per questo sono stati chiusi quelli di Rovigo, Belluno e Vicenza e si sta procedendo per quelli di Padova a fine 2014».

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