Noemi, più forte grazie a Vasco

PADOVA. Cellulite. Sì, proprio la cellulite. Noemi è l’unica artista che la canta con grande sincerità in “Vuoto a perdere”, canzone scritta per lei da Vasco Rossi. Una parola sgradevole, brutta da scrivere, da vedere, figuriamoci da cantare.
«Quando ho letto il testo mi è preso un colpo», racconta. Ma Vasco è Vasco ed è stato un successo. Veronica Scopelliti - questo il vero nome - è una bella romanaccia verace di 30 anni, dai capelli rosso fuoco, alla Fiorella Mannoia.
«È il mio colore», dice, «rappresenta la forza, la coerenza, il coraggio di essere se stessi, quello che cerco di trasmettere nelle mie canzoni».
Il colore ha anche dato il nome al tour che la vedrà impegnata domani sera al Gran Teatro Geox. Protagonista tutto l’ultimo album “RossoNoemi” più i primi successi. Grandissima voce black, studiata da più di un docente universitario, è laureata in regia cinematografica al Dams, e ha studiato pianoforte e chitarra da bambina, spinta dal padre, ex musicista e suo manager. Grazie alla sorella, invece, inseparabile stylist, nel 2009 ha partecipato al talent show “X Factor” che le ha regalato un contratto con la Sony e l’entrata nelle dinamiche discografiche. A febbraio si è classificata terza al Festival di Sanremo.
Partiamo proprio dalla cellulite. In "Vuoto a perdere” è la metafora del tempo che passa.
«Ho chiesto a Vasco se era proprio necessario usarla, lui non aveva dubbi. Ora sono felice di quel testo, è vero e sincero, come voglio che siano tutte le mie canzoni».
Che rapporto ha con il grande Blasko? Ha aperto molti dei suoi concerti: a Torino, Milano e Roma.
«È molto riservato, ma carino e gentile. Si è divertito molto a scrivere per me. Mi disse: “Adesso continuo ad ascoltare la tua canzone e non mi concentro sul mio album”. Prima di lavorare insieme mi chiese anche di che segno zodiacale fossi. Acquario, come lui. Da lì in poi una meraviglia».
Per l’ultimo album ha chiesto la collaborazione di molti giovani autori.
«Sì, li ho contattati personalmente. Placido, Fabrizio Moro, che ha scritto la canzone di Sanremo “Sono solo parole”, e Federico Zampaglione. Volevo un disco che mi rispecchiasse: il risultato è una via di mezzo tra l’inizio della mia carriera e quello che vorrei essere, una cantautrice riconoscibile. Sono invece stata contattata dal mio produttore, Corrado Rustici. Vive a San Francisco, è una persona libera, al di fuori della campana di vetro italiana. È un onore lavorare con lui».
Ha cominciato con X Factor, la campana di vetro per eccellenza. Com’è stato l’impatto con l’esterno?
«Il mondo discografico oggi si collega molto con i talent show. Le etichette pescano da lì e provano ad investire. Oggi, purtroppo, se non sei in tv non esisti, nessuno viene a vederti ai concerti. Per questo ho partecipato a Sanremo due volte, è una bella vetrina. X Factor è stato un volano, un punto di partenza. Sono molto felice si aver conosciuto Morgan che mi ha fatto capire che cosa potevo cantare”.
Una laurea al Dams. Che cosa se ne fa?
«Mi sarebbe piaciuto lavorare dietro le quinte, fare produzione. Quello che mi hanno insegnato a scuola l’ho applicato nei miei ultimi videoclip: ho curato i testi e la regia. Sono una rompiscatole, voglio essere io a spiegare le mie canzoni».
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