«Noi laureati al Bo in Medicina esclusi dal nostro ospedale»

Al concorso per le specializzazioni hanno partecipato in 270 Il 40% è rimasto fuori dalle scuole padovane. Colpa dei voti
Di Silvia Quaranta
20090310 - ROMA - POL: SANITA':GIOVANI MEDICI PROTESTANO,BANDO PER SPECIALIZZAZIONI. La manifestazione dei giovani medici in attesa del bando per il concorso di specializzazione stamane in Piazza Montecitorio. I medici chiedono la pronta emanazione del bando per il concorso alle scuole di specializzazione in medicina e la semplificazione dell'iter procedurale di pubblicazione del bando negli anni futuri. ALESSANDRO DI MEO / ANSA / LI
20090310 - ROMA - POL: SANITA':GIOVANI MEDICI PROTESTANO,BANDO PER SPECIALIZZAZIONI. La manifestazione dei giovani medici in attesa del bando per il concorso di specializzazione stamane in Piazza Montecitorio. I medici chiedono la pronta emanazione del bando per il concorso alle scuole di specializzazione in medicina e la semplificazione dell'iter procedurale di pubblicazione del bando negli anni futuri. ALESSANDRO DI MEO / ANSA / LI

Due laureati padovani su cinque sono rimasti fuori dal loro ospedale: è il risultato del concorso per le specializzazioni mediche dello scorso anno, il primo con graduatoria nazionale. A partecipare sono stati in 270 circa: il 40% sono rimasti esclusi, e di questi una sessantina hanno trovato collocazione in un altro ateneo. Solo 170, circa, sono riusciti a piazzarsi nelle scuole del Bo.

Molti dei (già pochi) posti disponibili, inoltre, sono stati assegnati a laureati di altri atenei che, partendo da una media (sia di esami sia di laurea) superiore a quella dei padovani, avevano un vantaggio di partenza. Non è una supposizione, ma un fatto certificato da una delle più grandi banche dati universitarie: Almalaurea. Il voto di laurea medio, alla facoltà di Medicina di Padova, è di 106,5. Non male in assoluto, ma a Catania, Catanzaro e Napoli è di 110. E se lo studente padovano tipo ha una media del 26 e mezzo, il suo collega catanese ce l’ha superiore al 28.

È solo un fattore in più, che rende ancora più intricata l’annosa questione che affligge l’area medica: quella del doppio imbuto. Il primo per iscriversi al primo anno, per via del numero programmato. Un altro, molto più stretto, per entrare in specialità, dove i posti sono sempre di gran lunga inferiori rispetto al numero di iscritti alla facoltà. Gli aspiranti “specializzandi” sono giovani medici già laureati ed iscritti all’Ordine. Ma, per poter esercitare a pieno la professione, hanno ancora davanti un lungo percorso, la così detta “specialità”. Si tratta di un limbo di diversi anni (da 4 a 6), al termine dei quali si diventa anestesisti, chirurghi, cardiologi e via dicendo. Nel periodo “di mezzo” non sono più studenti, perché già laureati, ma nemmeno medici “professionisti”. Sono ancora iscritti all’università, perché all’interno di un percorso di formazione, ma anche dottori già istruiti, con un po’ di esperienza ed autorizzati ad esercitare: lavorano in ospedale e vengono regolarmente retribuiti.

Inutile dire che i concorsi, in passato, non sono stati sempre trasparenti. La graduatoria nazionale, fortemente voluta dalla componente sindacale, voleva essere una soluzione più funzionale. Nei fatti, però, la prima esperienza è stata un flop: iniquo e male organizzato, il test era pieno di domande poco o per nulla attinenti alla specializzazione scelta, con tempistiche studiate male e, in alcuni casi, spazi decisamente inadeguati. A completare il quadro si sono aggiunti un (non trascurabile) errore del Cineca, che ha confuso i fogli di due quiz, e i molti problemi nel combinare i vincitori con le sedi.

Così, quest’anno, il Ministero dell’Istruzione, ha deciso di cambiare qualcosa: principalmente, pare, il numero di scuole e i contenuti delle prove. Per coordinare i lavori è stato costituito anche un osservatorio, che sarà presieduto proprio da un docente padovano: il professor Roberto Vettor. Una notizia che fa ben sperare gli iscritti del Bo, anche se, al momento, sul nuovo concorso non c’è nulla di certo.

La data d’uscita per il bando, però, era fissata entro il 30 di aprile, e la scadenza è ormai molto vicina.

Sulla questione era scattata lo scorso dicembre la protesta degli specializzandi ed erano partiti anche alcuni ricorsi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova