«Noi neolaureati affamati di lavoro» In migliaia al Bo

La crisi non demorde, l’occupazione langue e i neolaureati cercano lavoro. Così il Bo apre le porte alle aziende, invitandole ad incontrare le migliori risorse umane appena sfornate dall’accademia patavina. L’evento, intitolato “Università Aperta”, si è svolto ieri nel cortile di via VIII febbraio e il chiostro del Bo si è trasformato in una sala colloqui a cielo aperto. Più di trenta le aziende partecipanti dei settori più diversi: Despar, Lidl, Auchan, ma anche Allianz, Cameo, Calzedonia, Coin, Bosh, Carel, Acegas, Manfrotto e diverse banche. Gli stand sono stati assaltati da migliaia di studenti interessati alle possibilità di inserimento, anche tramite stage. «Moltissimi ci chiedono di andare all’estero», raccontano i delegati dell’azienda filnandese Wärtsilä, «Valutiamo insieme le loro esperienze e cerchiamo di capire se può esserci reciproco interesse. Da parte dell’azienda c’è ancora apertura per l’assunzione di nuove leve. La ditta è straniera e cerca soprattutto ingegneri meccanici ed elettronici, e quelli italiani ricevono una formazione migliore che nel resto d’Europa». La fila più lunga è quella per lo stand di Calzedonia, dove si affollano soprattutto ragazze, ma non solo. «Sono laureata in Sociologia e cerco lavoro nel campo delle risorse umane», racconta Loretta, 31 anni, «Purtroppo in area umanistica non è facile trovare lavoro e oggi, nonostante le aziende siano tante, non ho avuto molta fortuna». È andata meglio a Samuele, 26 anni, che ha studiato Ingegneria dei materiali: «ho parlato con diverse ditte», dice, «ho lasciato a tutte il mio curriculum e spero che mi ricontattino. Cerco soprattutto nel settore ricerca e sviluppo, ma non ho esperienza. E visto che da qualche parte bisogna pur cominciare, sono disposto a tutto: ad andare all’estero, a fare lo stagista retribuito ed anche a fare lo stagista non pagato. Siamo affamati di lavoro». Forse gli andrà bene: la motivazione è sempre un elemento positivo, nella valutazione complessiva del candidato. Tra gli altri fattori preferenziali, secondo i responsabili dei vari stand, ci sono le competenze specifiche, la conoscenza delle lingue e, non ultima, la residenza, perché capita che dopo la distanza da casa scoraggi il candidato, inducendolo a fare marcia indietro. Grande soddisfazione è stata manifestata dal rettore, Giuseppe Zaccaria: «La distanza tra carriera universitaria e sbocco nel mercato del lavoro è un “ultimo miglio” da colmare, un collegamento ora più che mai necessario. L’Ateneo di Padova, in questo, sta conseguendo ottimi risultati: secondo l’ultima indagine di Almalaurea, ad un anno dal conseguimento del diploma gli occupati del Bo sono il 75%, contro una media nazionale del 65».
Silvia Quaranta
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