«Noi prigionieri in aereo» Rientro-incubo dalle ferie

Una famiglia di Vigonza “sequestrata” per ore a Gran Canaria per un guasto  Poi il volo deviato da Bologna a Bergamo e infine l’agonia del ritorno in bus
VIGONZA. Un volo di rientro in Italia è trasformato in un incubo per Alessia Rampazzo e i suoi genitori. Alessia, con i genitori, dopo una vacanza a Gran Canaria doveva tornare con un volo Ryanair. L’FR4515 diretto a Bologna era previsto in partenza da Las Palmas lunedì scorso alle 17. 50 ora locale.


«Invece siamo decollati con oltre quattro ore di ritardo, alle 22.07, rimanendo ostaggi all’interno del velivolo», racconta Alessia Rampazzo, «fino al decollo non abbiamo avuto la possibilità di scendere, nessun tipo di offerta gratuita di acqua o di cibo da parte del personale. Anzi, se si voleva dell’acqua dovevamo pagare 3 euro una bottiglietta. Tutte le porte dell’aereo sono state tenute chiuse a motori spenti per più di tre ore. Solo successivamente, dopo varie proteste, hanno spalancato una porta anteriore tenendola però transennata». In aereo i tre vigontini non erano ovviamente soli.


«C’erano cardiopatici che si sono sentiti male e bambini molto piccoli», dice Alessia, «alle nostre richieste di spiegazioni prima hanno detto che avevano un problema di chiusura di una porta anteriore e dovevamo attendere un tecnico. Risoltolo, il ritardo si è trasformato in una mancanza da parte dei controllori di volo, poi nello sciopero generale indetto in Francia». Fatto sta che alla richiesta di scendere dall’aereo il comandante non avrebbe risposto e i passeggeri si sono dovuti rassegnare a stare chiusi con l’aria diventata irrespirabile e senza nessun servizio. «Dopo circa un’ora e mezzo Ryanair ci ha inviato sui cellulari un coupon da 5 euro spendibile in aeroporto», continua Alessia, «peccato che eravamo sequestrati e non ci permettevano di uscire. Una presa in giro». Poco dopo le 22 finalmente il decollo. Ma all’arrivo in Italia altra brutta sorpresa. «Dieci minuti prima dall’atterraggio ci hanno informato che non saremmo scesi a Bologna come previsto ma dirottati a Bergamo a causa di lavori improvvisi nell’aeroporto di Bologna. A noi risulta però che al Marconi dal 4 settembre i lavori sono attivi in determinate ore notturne e la compagnia Ryanair non poteva non saperlo ma ha preferito far partire ugualmente il volo per non avere nessun danno economico evitando anche di pagare ai passeggeri hotel e cibo e lasciare l’aereo a Las Palmas». A Bergamo altro disguido. «Siamo arrivati in piena notte, alle 2.55. Nessuno dell’equipaggio ci hato indicazioni sul da farsi e in aeroporto non c’erano referenti della compagnia», continua Alessia, «I bus per il trasporto a Bologna sono arrivati dopo mezz’ora, l’ultimo addirittura dopo un’ora dall’atterraggio. Altre 3 ore e 30 di autobus per recuperare l’auto e poi altre 2 ore di strada fino a Padova. Un incubo». C’è stato pure un problema di sicurezza: «L’equipaggio del volo ha fatto un turno lavorativo di 13 ore mettendo a rischio la pelle dei passeggeri. Credo che il limite consentito sia di 12, massimo 13 ore. È stato terrificante il modo in cui è stata gestita questa situazione».


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