«Non abbiamo venduto nulla»

Indagine sui falsi Modigliani, il gallerista: «Ipotesi investigativa da dimostrare»

«Chi dice che questi quadri sono falsi? Questo è il risultato di una guerra intestina tra i nipoti di Modigliani e alcuni esperti internazionali. In ogni caso nella nostra galleria non è stato venduto nulla». Fausto Tonello, direttore della galleria La Teca di corso Umberto I ci tiene a specificare la sua tesi dopo il sequestro cautelativo della Guardia di finanza di 15 opere (tra disegni e litografie) attribuite al celebre artista livornese: opere messe in vendita a un valore globale di 400 mila euro.

«Per dire che si tratta di falsi serve una sentenza» evidenzia Tonello, «vedremo come finirà questa storia».

I militari del nucleo tributario della Guardia di finanza di Venezia si sono presentati nella galleria di corso Umberto I il 17 dicembre scorso e hanno sequestrato le 15 opere attribuite al Modigliani perché , secondo l’ipotesi investigativa, si tratterebbe di falsi. La galleria d’arte padovana non ha alcuna responsabilità in questa storia, anzi sarebbe pure parte lesa. L’unico che dovrà dare delle risposte è il collezionista trevigiano a cui le opere appartengono. È stato lui ad affidarle alla galleria chiedendo di metterle sul mercato. Ed è lui (peraltro già noto alle forze dell’ordine) che ora dovrà dare delle spiegazioni ai finanzieri che stanno portando avanti l’indagine.

In procura l’indagine è stata affidata al pubblico ministero Roberto D’Angelo. Lo scorso mese di novembre i disegni in questione sono stati anche esposti ad Arte Padova in Fiera ed è lì che i finanzieri di Venezia hanno deciso di andare a fondo della questione. (e.fer.)

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