Noventa, un solo bidello in sciopero: a casa i 518 bimbi della Frank

NOVENTA PADOVANA. Tutti a casa. Ieri mattina, in occasione dello sciopero nazionale proclamato da Cub, Cobas, Unicobas, Usb e Sgb, è rimasto a casa anche il bidello che avrebbe dovuto aprire il cancello all’ingresso della elementare Anna Frank. L a scuola fa parte dell’Istituto comprensivo statale Giovanni Santini, guidato dalla preside Daniela Bellabarba. E così, in base alla normativa, sono state mandate a casa tutte le 23 classi della elementare. Ossia sia le 13 classi della scuola a tempo pieno e le 10 classi del tempo tradizionale. In pratica niente scuola per 518 bambini (300 del tempo pieno e 218 del tempo normale).
Alla succursale di via Sanmicheli dell’istituto Calvi di Padova, invece, davanti allo sciopero del bidello che avrebbe dovuto aprire il cancello del plesso, su delega della preside Cinzia Bettelle, una docente si è assunta la responsabilità legale di aprire il portone della scuola. Questa, però, è una scelta che avviene in casi limitati perché l’insegnante o la stessa dirigente, una volta fatti entrare gli allievi, si assumono la responsabilità giuridica sulla sicurezza degli studenti
La preside. «Confermo quanto accaduto alla primaria Anna Frank», fa sapere la preside Daniela Bellabarba, padovana che ha lavorato anche all’istituto tecnico Girardi, di Cittadella e in alcune scuole di Trento, «D’altronde il collaboratore scolastico non ha fatto altro che aderire ad uno sciopero nazionale, proclamato da alcuni sindacati di base».
I sindacati. A muso duro, invece, i commenti di Manolo Baio, esponente della segreteria provinciale di Flc-Cgil e di Maurizio Peggion, dei Cobas di Padova e provincia.
«Lo sciopero, dal punto di vista giuridico, è pienamente legittimo», sottolinea, docente alla primaria di Piove di Sacco-Corte, «Ma non mi sembra giusto che un solo collaboratore in sciopero possa causare effetti cosi pesanti sul diritto alla scuola di così tanti allievi e genitori. Tra l’altro trovo le motivazioni dello sciopero del tutto anomale e non fondate su dati reali. Sbagliano i Cobas ad attaccare anche e specialmente noi di Cgil, Cisl ed Uil per il fatto di aver già siglato la parte economica del pre-contratto. L’aumento medio è di 85 euro: non sono tanti soldi, ma neanche spiccioli. E poi non è vero che aumenteranno i carichi di lavoro dei docenti e del personale Ata. Comunque noi della Cgil abbiamo deciso di effettuare un vero e proprio referendum fra tutti gli addetti ai lavori». Diverso il commento di Maurizio Peggion: «Lo sciopero ha ottenuto una buona adesione non solo a Noventa, ma anche nelle scuole del capoluogo e di numerosi comuni della provincia», afferma il leader dei Cobas, «È scontato che la nostra mobilitazione abbia causato disagi sia agli studenti che alle famiglie. Ma, in fondo, noi lo sciopero lo abbiamo indetto anche e specialmente per avere in futuro una scuola pubblica migliore di quella attuale, a tutela sia dei diritti dei lavoratori del settore e sia dei genitori, che, da anni, chiedono una scuola più efficiente e più democratica di quella attuale. A tal proposito non ci pare che il rinnovo contrattuale, non sottoscritto neanche dalla Gilda e dallo Snals, sia venuto incontro alle esigenze di chi lavora, da decenni, nel pianeta variegato della scuola statale».
Il primo cittadino. Sull’episodio specifico avvenuto alla primaria Anna Frank interviene anche il sindaco di Noventa.
«Pur rispettando in pieno l’autonomia giuridica dei sindacati, non posso non essere a fianco dei genitori e dei docenti, che non hanno aderito allo sciopero, per i pesanti disagi che ieri ha causato lo sciopero dei Cobas anche nelle scuole di Noventa», sostiene Alessandro Bisato, «Lo sciopero di un solo collaboratore non può far cambiare il programma della vita quotidiana di oltre mille genitori».
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