Numero due dei Biancoscudati nel Cda con Mazzocco e Cestaro

IL PROFILO
Stefano Edel
Nel maggio 2000 il Calcio Padova aveva appena cambiato proprietà, passando dalle mani di Cesarino Viganò a quelle di Alberto Mazzocco, con la benedizione dell’allora sindaco Giustina Destro e dell’ex assessore allo Sport Alvaro Gradella e la delusione della cordata di imprenditori raccolta attorno al “Cenacolo”, il club guidato da Lionello Forin che perse la corsa all’acquisizione della Spa biancoscudata.
Il nuovo presidente cercava soci e l’ingegner Oliviero Zilio, allora non ancora 47enne, accolse l’invito dopo essere stato indotto a fare tale passo dal proprio commercialista, acquisendo circa il 10% delle quote, seguito, con partecipazioni più esigue, da Alberto Ceoldo e da Fabio Cremonese, attuale numero uno della Kioene Padova, iscritta oggi alla Superlega di volley maschile.
Viganò si tenne il resto delle azioni, passando in minoranza, ma di fatto era fuori dalla società che aveva gestito insieme a Fioretti e Corrubolo e che aveva fatto precipitare in poche stagioni dalla Serie A alla C/2. Zilio, conosciuto per la sua attività di imprenditore immobiliare, fu nominato vice-presidente del Padova in quella stagione e operò a stretto contatto con Mazzocco (azionista di maggioranza, con il 60%) e gli altri soci, contribuendo a sostenere economicamente il progetto dell’allestimento della rosa che, sotto la guida dell’allenatore Franco Varrella, avrebbe conquistato con due giornate di anticipo la promozione in C/1 il 29 aprile 2001.
Nel Cda l’ingegnere nativo di Terrassa ma residente in città continuò a operare come numero due sino al 2003, poi addirittura per un semestre, quello antecedente al cambio di presidenza, da Mazzocco a Marcello Cestaro, fu titolare della maggioranza delle quote azionarie, anche se non salì mai sullo scranno più alto del club di viale Rocco. La sua uscita di scena definitiva dal Padova risale al 2005/2006, in realtà si era gradualmente disimpegnato dopo l’avvento dell’imprenditore vicentino. Dal 2009 iniziarono i problemi, acuitisi sino ai fallimenti delle tre società immobiliari che aveva costituito. —
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