Nuove misure di sicurezza contro i piloti-kamikaze

Quanto si è sicuri in volo? È possibile che un pilota con intenti suicidi coinvolga nel suo dramma centinaia di passeggeri di un volo di linea?
Sicuramente è andata bene alle 200 persone a bordo del volo intercontinentale partito qualche mese fa da Roma alla volta del Giappone.
Il pilota padovano del velivolo aveva annunciato alla moglie, dalla quale si stava separando, che si sarebbe schiantato in volo qualora lei l’avesse lasciato. Solo grazie al tempestivo intervento della Polaria di Roma e dell’Enac, il pilota è stato bloccato prima che salisse sull’aereo. Ovviamente la compagnia straniera per cui lavorava l’ha subito sospeso dal lavoro e indirizzato verso un percorso di psicoterapia.
Dopo i fatti del marzo 2015, quanto il copilota tedesco della Germanwings, Andreas Lubitz, si schiantò in volo provocando la morte di 150 persone tra passeggeri ed equipaggio, si è acceso ora il dibattito sulla sicurezza nei voli, e di conseguenza sono state potenziate le misure di prevenzione.
Lo sa bene un dipendente dell’Enav (Ente Nazionale di Assistenza al Volo) di Venezia che racconta le misure, ma chiede di restare anonimo: «Sono state adottate misure di sicurezza molto più rigide dopo il caso Lubitz. Mentre prima hostess e controllori di traffico aereo potevano entrare nella cabina di pilotaggio, sia prima del decollo che durante il volo, ora è assolutamente vietato. La cabina è infatti sigillata, possono accedervi solo i piloti della compagnia aerea in questione».
Ma non solo: «Nella cabina di pilotaggio non ci può mai essere una sola persona, devono essere sempre in due. Se uno dei due piloti deve assentarsi per andare in bagno, prima deve entrare una hostess, che uscirà dalla cabina solo dopo il suo ritorno».
Altri accorgimenti di sicurezza erano stati adottati subito dopo gli attentati di New York del 2001.
«La gestione aeronautica mondiale dopo l’11 settembre è ancor più rigida su queste procedure. Un esempio: le porte delle cabine di pilotaggio da quel momento sono solo blindate».
Infine per quel che riguarda i controlli medici e psicologici, i piloti vengono sottoposti a visite regolarmente: «Ogni anno i piloti devono sostenere visite di tipo fisico, psicologico e attitudinale. Visite che già prima della tragedia del pilota tedesco della Germanwings erano molto severe e che sono rimaste tali».
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