Padova, nuove strutture abusive nel campo rom di via Madonnina
Il Comune ha avviato il procedimento amministrativo per opere non regolari. Alle 11 strutture rilevate nel 2015, si sono aggiunte una tettoia, un prefabbricato e una casa mobile

Il campo nomadi abusivo di via Madonnina, zona Mandria, si è allargato. Un recente sopralluogo del Comune ha constatato la presenza di nuove strutture al suo interno non autorizzate. Alle undici già registrate 10 anni fa e ritenute non regolari se ne sono aggiunte altre.
L’insediamento stanziale abusivo era stato segnalato ancora nel 2015 dall’amministrazione Bitonci. Nel 2016 il Commissario prefettizio Michele Penta era intervenuto con l’avvio di un procedimento amministrativo per opere abusive. Dopo dieci anni la situazione non è cambiata. Anzi.
Alla struttura residenziale principale con portico e deposito per il camper, si sono aggiunte una tettoia antistante la struttura residenziale principale, un prefabbricato monoblocco tipo container, una soletta di calcestruzzo armato che costituisce la base di un altro edificio e una casa mobile. Agli undici edifici e alla roulotte rilevati nel 2015, si sono aggiunti quindi nuovi manufatti.
Il Comune ha avviato il procedimento amministrativo per opere abusive. «Le regole valgono per tutti – commenta l’assessore all’edilizia privata Antonio Bressa –. Quando si riscontrano opere non autorizzate si avvia il procedimento e poi si lascia spazio per eventuali osservazioni. Se non arrivano e non c’è la possibilità di sanare, si procede con la cosiddetta rimessa in pristino, cioè con l’abbattimento».
Abusi in centro
Non solo nei quartieri periferici. Anche davanti e dietro le facciate eleganti dei palazzi storici della città, tra i vicoli dove tutto sembra immutato, crescono tettoie abusive, terrazze non dichiarate, ampliamenti che nessuno ha mai autorizzato.
Uno degli ultimi abusi scoperti e pubblicati dal Comune nell’Albo pretorio riguarda un pericoloso terrazzino in vetro al primo piano del palazzo antico di via Rolando da Piazzola 19.
Il poggiolo non dovrebbe esserci: “Posto nell’estremo lato sud della facciata a levante, circa a quota tre metri – si legge nella relazione tecnica della sanatoria del 1998 –, non potrà essere ricollocato perché per ben due volte nel passato, nonostante i provvedimenti di difesa, è stato letteralmente abbattuto da autocarri in transito”. Nel vicolo il terrazzo occupava parte della carreggiata e, più di una volta, i camion ci hanno sbattuto contro.
Dalle verifiche è emerso che recentemente è stato realizzato un parapetto in vetro, sono stati rimossi gli oscuri in legno e, soprattutto, sono state realizzate due mensole in pietra con una lastra sovrapposta sempre in pietra tipo balcone dove probabilmente un tempo esisteva un preesistente sporto. La parte sporge e torna ad essere pericolosa per il transito dei mezzi pesanti.
Dal sopralluogo emerge inoltre che le mensole sono inserite all’interno dell’arco del portico, in un punto quasi al posto della chiave di volta, senza la presentazione di alcuna verifica statica e sismica. Un intervento pericoloso, che può determinare la tenuta dell’arco. Le modifiche non erano previste e non sono stati presentati nuovi progetti per tale realizzazione.
Stalle non autorizzate
In via Querini 80, di fianco alla chiesetta del XVIII secolo con annesso edificio, sede del museo archeologico ambientale delle acque del padovano su territorio comunale, sono stati rilevati alcuni edifici-tettoie usati come stalle.
Si trovano a sud ovest di una struttura ad “L”, vicino alla sede del museo. In questo caso il Comune ha diffidato a demolire e ha avviato un procedimento amministrativo per illecito edilizio.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova