Nuovo ospedale Padova, Finanza e Progetti chiede i danni: 156 milioni

VENEZIA. Non è bastata l’aggiudicazione della nuova Cittadella della salute a Treviso, considerato quale gesto «distensivo» dopo il pasticcio del nuovo ospedale di Padova Ovest. La società vicentina Finanza e Progetti Spa, legata al finanziere Roberto Meneguzzo, ha depositato il 15 ottobre scorso un ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro la Regione del Veneto, l’Azienda ospedaliera e il Comune di Padova, avanzando una richiesta di risarcimento del danno che sfiora i 156 milioni di euro. Quanto basta per togliere il sorriso ai contabili di Palazzo Balbi e di Palazzo Moroni, già alle prese con i tagli della finanza pubblica.
La vicenda del nuovo ospedale di Padova Ovest, abortito dopo otto anni di procedure perché la soluzione è ritenuta dalla nuova amministrazione comunale non idonea, da scontro politico diventa a tutti gli effetti un caso di giustizia amministrativa. Con un ricorso dagli esiti difficilmente prevedibili, anche se appare evidente come la società vicentina - che si è appena aggiudicata il project da 200 milioni della nuova Cittadella della salute a Treviso – voglia mostrare i muscoli alla Regione e al Comune di Padova per indurli a riconsiderare la realizzazione di un nuovo ospedale, secondo il loro progetto.
Il ricorso al Tar quantifica il danno in diverse voci: 133 milioni di euro per la perdita di chance e 22 milioni di costo delle fidejussioni accese dalla società a garanzia del progetto. I legali fanno riferimento anche a 68 milioni di accantonamenti per far fronte agli obblighi della concessione, che avrebbe dovuto avere durata trentennale.
A sottoscrivere il ricorso, per conto del presidente di Finanza e progetti Maurizio Casubolo, è un team di legali amministrativisti del calibro di Vittorio Domenichelli, Stefano Bigolaro, Giovanni Sala, Andrea Leoni e Franco Zambelli.
Finanza e Progetti chiede l’annullamento di due delibere della giunta regionale e di una delibera della giunta municipale di Padova: quelle che affossano in pratica l’ipotesi di realizzare il nuovo ospedale a Padova Ovest, dopo il clamoroso stop imposto dal nuovo sindaco di Padova Massimo Bitonci. La prima delibera regionale, del 5 agosto scorso, è quella in cui si dichiara per la prima volta l’impossibilità ad adempiere alla procedura amministrativa proposta da Finanza e Progetti; la seconda, del 15 settembre scorso, nella quale la Regione diffidava il Comune di Padova a dare corso alle sollecitazioni regionali; la terza è una delibera della giunta padovana, che porta la data del 23 settembre, che annuncia la volontà di perseguire la strada della «rigenerazione» dell’ospedale esistente.
Nel ricorso, in cui non si chiede alcuna sospensiva degli atti amministrativi, la società Finanza e Progetti ricorda di aver presentato il proprio progetto il 30 marzo 2012, epoca in cui la Regione del Veneto e la giunta comunale di centrosinistra abbracciavano lo stesso obiettivo, quello di realizzare il nuovo ospedale a Padova Ovest.
Ma l’iter procedurale nasce negli atti amministrativi addirittura nel 2006, in epoca Galan, con una serie di provvedimenti regionali, tra cui l’adozione della pianificazione ospedaliera nel 2007, la classificazione dei requisiti regionali, il ridimensionamento della nuova struttura voluta dalla giunta Zaia, il riavvio della procedura.
Tra gli elementi a sostegno del ricorso, Finanza e progetti spa riporta la mancata risposta – entro tre mesi – della Regione alla proposta di project financing. La Regione, impegnata in una delicata fase di approfondimento, ha impiegato due anni prima di concludere la procedura. Ma durante questo tempo ha ripetutamente chiesto – attraverso l’Azienda ospedaliera, per quattro volte – alla società privata di rinnovare le garanzie fidejussorie. L’ultima richiesta in tal senso risale a pochi mesi e ha fatto «vivere» la fidejussione fino al 30 settembre scorso.
Nel frattempo, Padova ha cambiato colore (e idea) sul nuovo ospedale di Padova Ovest. E alla Regione del Veneto, rimasta con il cerino in mano, non è rimasto che chiudere la procedura. Provocando la reazione della società vicentina che, interpellata, non rilascia dichiarazioni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova