Olio dei Colli, previsioni catastrofiche

Per i circa 650 olivicoltori dei Colli Euganei sta per iniziare una delle campagne olearie più avare degli ultimi cinquant’anni. C’è chi stima un calo di produzione di circa l’80 per cento rispetto all’annata 2018 che, va detto, è stata una delle più generose degli ultimi decenni. Previsioni catastrofiche per un settore, quello dell’olio extravergine d’oliva, che nell’area del Parco Colli conta oltre 100 mila piante di ulivo, coltivate su circa 450 ettari di terreno in gran parte di collina. Il danno a livello regionale, dove nel 2018 la produzione ha raggiunto i 220.000 quintali di olive, sarebbe di decine di milioni di euro.
LE PIOGGE E IL CALDO
Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova, individua nell’andamento stagionale la causa più importante di questa débacle. «L’inverno tiepido, le abbondanti e violente precipitazioni di maggio e l’eccessivo innalzamento delle temperature di giugno hanno reso precario l’andamento produttivo dell’olivicoltura sulle nostre colline», spiega il numero uno di Coldiretti. «Alla riduzione delle rese contribuisce, altresì, l'insorgenza di parassiti emergenti, fungini e non, la cui identificazione ha messo a dura prova tanto le conoscenze scientifiche degli esperti agronomi dell’Aipo (l’Associazione dei produttori di olio), quanto quelle dei maggiori centri universitari italiani».
UN’ANNATA “NO”
«Nella migliore delle ipotesi sugli Euganei prevediamo perdite dal 70 all’80 per cento», afferma l’olivicoltore del Monte Sereo di Rovolon, Leonardo Granata, del settore olivicoltori di Confagricoltura e componente del Consiglio nazionale di Agriturist. «Io come altri colleghi dei Colli quest’anno non metteremo neppure a terra le reti per la raccolta perché sugli ulivi non c’è quasi nulla. Trattandosi di olive è fisiologico che anni carichi come quello scorso, si alternino a stagioni di scarica, ma un quadro così desolante è da catastrofe e non si era mai visto. Quest’anno l’aumento delle fitopatie ha accentuato la cascola e molti produttori avendo poche olive ad un certo punto della stagione hanno cessato i trattamenti contro la mosca olearia e perciò gli attacchi sono stati letali».
LA BUONA NOTIZIA
Coldiretti Padova, che sulle stime della produzione 2019 è un pochino più ottimista visto che prevede una riduzione del 50 per cento, prevede che quello dell’annata 2019 sarà un olio ottimo. «Frutto della cura minuziosa che ogni singolo produttore presta nelle delicate fasi di raccolta e di trasporto delle olive al frantoio, di lavaggio del prodotto e di molitura che deve essere immediata», afferma Bressan. «Un’attenzione che non si riscontra in nessun altro paese al mondo». Molto meno olio, dunque, ma di ottima qualità. Questo inciderà inevitabilmente sui prezzi dove la produzione sugli Euganei in parte è biologica e dove la qualità è molto elevata grazie alla bassa percentuale di acidità (lo 0,2% di media a fronte di un disciplinare che fissa uno 0,5). Un prodotto di qualità elevata ideale per le diete. —
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