Olivi e Griggio alzano bandiera bianca

PADOVA. Geo è pronta a lasciare. Entro venerdì l’amministratore delegato Luca Griggio e il presidente Andrea Olivi nomineranno i commissari liquidatori della società che per un anno e mezzo circa ha gestito la Fiera di Padova rimettendo a Padovafiere Spa il contratto d’affitto di ramo d’azienda che comprende i capannoni, il personale e la gestione dei 32 marchi, per altro oggetto di pignoramento da parte sia di Geo che di Fiera Immobiliare.
«Abbiamo investito sul territorio una cifra che supera i 19 milioni di euro dal settembre 2016 ad oggi», spiegano Olivi e Griggio. «Una cifra che è andata allo sviluppo di un intero territorio e che ha visto il rilancio effettivo della Fiera di Padova, forte l’anno scorso di un fatturato di oltre 11 milioni di euro in coerenza con il piano industriale presentato all’inizio di questo progetto. Ma per fare crescere un quartiere fieristico e i suoi eventi ci vogliono investimenti. Investimenti che noi abbiamo messo in campo con grande fiducia affrontando la riqualificazione del quartiere, il rilancio degli eventi e dei marchi, la proposta di nuovi progetti ambiziosi ma ragionati. A fronte di tutto ciò abbiamo registrato dapprima gravi irregolarità nell’affitto di ramo d’azienda che ci ha spinto in un primo momento a rigettare il contratto e poi a siglare, nel luglio dell’anno scorso, un accordo con GL Events a Lione. Un accordo che non ha avuto seguito e per il quale attendiamo il pagamento di una cifra complessiva di 3 milioni di euro dai proprietari di Padovafiere».
Alla conferenza stampa indetta ieri proprio da Geo e dal titolo “Geo Spa e Fiera di Padova, bilancio e prospettive” la società ha provveduto a presentare parte dei conti in sospeso con il francesi di GL presentando una sintesi di quanto investito nel quartiere (2,3 milioni di euro sul quartiere e 2 sui prodotti fieristici) e rivendicando un trend di crescita del fatturato che nel primo trimestre 2018 segna un raddoppio rispetto ai dati del 2016 (il fatturato dei primi tre mesi del 2016 era, secondo in dati presentanti da Geo, di 652 mila euro, l’anno successivo era cresciuto a 803 mila euro per raggiungere a marzo di quest’anno 1, 46 milioni di euro). Un andamento che non ha messo al riparo la società né da un Ebitda negativo né da un rapporto tra costi di produzione (inclusi gli investimenti a quota 19,78 milioni euro) e fatturato (intorno ai 18 milioni) che nei circa 500 giorni di gestione risulta in negativo per circa 1 milione di euro.
«Abbiamo dato a questo progetto più di quanto sarebbe stato giusto in una condizione di continua incertezza», hanno detto Olivi e Griggio, «ora anche per noi è tempo di chiudere questo capitolo, restituendo la gestione a Padovafiere. Un progetto industriale che aveva dimostrato sul campo delle enormi potenzialità si scioglie come neve al sole. Abbiamo avuto fiducia in un accordo tra soci pubblici, GL Events e Geo per il quale ancora una volta eravamo disposti a fare la nostra parte ma non è servito. Ci saremmo aspettati uno sforzo in più dai soci pubblici a difesa di un progetto di rilancio che fin qui si è dimostrato concreto. Nulla è stato fatto finora di concreto in questo senso né ci risulta ad oggi che si voglia procedere ad un rilancio del quartiere senza il supporto di GL Events. Possiamo attendere fino a venerdì un impegno formale per il rilancio di via Tommaseo, altrimenti dovremo registrare il fallimento del progetto, riservandoci azioni legali per far valere i nostri diritti nei confronti dei nostri partner».
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