Omicidio fuori dalla discoteca, rimangono in cella i due indagati

Il Riesame rigetta le richieste di scarcerazione di Rouaji e Bennani, accusati dell’assassinio di Cristea. Rouaji accusa Bennani: «È lui ad aver usato il coltello, io ero disarmato»

Marco Filippi
Un momento della rissa davanti alla Baita al Lago ripreso da una testimone con il telefonino
Un momento della rissa davanti alla Baita al Lago ripreso da una testimone con il telefonino

Rigettata la richiesta di scarcerazione di Badr Rouaji, 19 anni, e Taha Bennani, 22 anni, i due giovani di origine marocchina arrestati per l’omicidio di Lorenzo Cristea, 20 anni di Trebaseleghe, avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 maggio scorso all’esterno del Playa Loca di Castelfranco.

I giudici del tribunale del Riesame di Venezia hanno rigettato la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali dei due giovani indagati per omicidio.

L’avvocato Fabio Crea aveva presentato la richiesta di scarcerazione di Rouaji in base ad una consulenza dell’ingegnere informatico Michele Vitiello che, dall’incrocio dei due filmati in mano agli inquirenti della rissa (quello di una testimone che ha ripreso una parte della rissa col telefonino e quello di una telecamera della Baita al Lago, ndr), esclude la presenza di un coltello nelle mani del 19enne. Badr stesso si è presentato davanti ai giudici del Riesame per dire che il coltello non ce l’aveva lui ma Bennani.

Al contrario, i legali di quest’ultimo, gli avvocati Paola Miotti e Fabio Targa, hanno fatto leva sulle dichiarazioni del gruppo contrapposto ai due ragazzi d’origine marocchina, in base alle quali il coltello era nelle mani di Rouaji.

Rimane il giallo del secondo coltello, dunque. Delle tre lame sequestrate nell’area della Baita al Lago, soltanto una sembra essere stata usata nel corso della rissa che è costata la vita a Cristea.

È quella che i carabinieri, su indicazione dei buttafuori dal Playa Loca, hanno trovato nelle vicinanze del luogo dove Rouaji e Bennani si erano nascosti dopo la rissa.

Gli altri due coltelli, trovati tra l’erba dei campi davanti al parcheggio del locale di via Pagnana, non sembrano compatibili con quelle che hanno ucciso Cristea e ferito altri tre suoi amici.

Secondo una ricostruzione dei fatti ormai consolidata, la rissa è scoppiata dopo un alterco avvenuto all’interno del Playa Beach Club per una banale spinta. Tra i due gruppi, da una parte i marocchini, dall’altra gli italo-rumeni, sarebbero intercorse minacce reciproche. Ma ad essere allontanato dal locale è stato il gruppo più numeroso.

Una ventina di minuti più tardi, Rouaji e Bennani sono usciti da una porta sul retro del locale, ma hanno trovato ad attenderli fuori tre auto con otto giovani a bordo. Oltre a Cristea, ferito a morte, nella rissa sono rimasti feriti Alessandro Bortolami, 21 anni di Zero Branco, Emanuele Biliato, 18 anni di Castelfranco, e Alessandro Pepe, 19 anni di Castelfranco. Il medico legale trevigiano, Alberto Furlanetto, ha riscontrato sul corpo della vittima cinque colpi.

Cristea è morto a causa di una coltellata al torace che ha raggiunto l’aorta addominale, innescando una vasta emorragia interna. Il ventenne di Trebaseleghe è deceduto dopo pochi secondi. Sul suo corpo sono stati trovati i segni di quattro fendenti, uno profondo (potenzialmente mortale se avesse lesionato organi vitali) e gli altri tre superficiali, uno dei quali ad una mano per difendersi.

Sono complessivamente nove i giovani indagati a vario titolo per la rissa in cui morì Cristea. Oltre a Badr e Bennani, accusati di rissa, omicidio volontario, lesioni aggravate e porto abusivo d’arma bianca, sono indagati per rissa anche gli amici che facevano parte del gruppo di Cristea ossia Riccardo Gregato, 20 anni di Piombino Dese, Emanuele Biliato, 18 anni di Castelfranco, Jacopo Baratto, 18 anni di Vedelago, Alessandro Bortolami, 21 anni di Zero Branco, Domenico Dileo, 20 anni di Castelfranco, Antonino Pecoraro, 19 anni di Vedelago, e Alessandro Pepe, 19 anni di Castelfranco. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giulio Caprarola, proseguono. Sono ancora diversi i punti oscuri da chiarire.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova