Omicidio Turi: «L’urna di Valerio 3 giorni in deposito»

Lo sfogo di Massimiliano, fratello del giovane assassinato in Ecuador: ho atteso 6 mesi, l’hanno ucciso una seconda volta

PADOVA . Dopo oltre 6 mesi è riuscito ad avere l’urna con le ceneri del fratello ucciso in Ecuador. La cassetta è rimasta per tre giorni in un magazzino dell’aeroporto di Tessera. E tutto questo perché nessuna delle autorità ecuadoregne si è preoccupata di avvisare la famiglia del giovane assassinato. «Ora ce l’ho, Valerio è tornato a casa. Ma è come se lo avessero ucciso una seconda volta, lentamente. Hanno fatto soffrire me e la mia famiglia per 6 lunghi mesi». E’ questo lo sfogo di Massimiliano Turi, catapultato in un incubo che sembra non avere fine.

Il fratello Valerio, 33 anni, è stato ucciso tra il 15 e il 16 agosto 2011,dopo essere stato colpito da 15 coltellate, come ha rivelato l'esito dell'autopsia. Il corpo senza vita e senza uno straccio di documento è stato trovato in una strada buia da un passante il 24 agosto dell’anno scorso. Il ragazzo aveva lavorato come traduttore per il consolato italiano a Guayaquil e fino all’anno scorso dirigeva una scuola on line di lingua italiana. Emigrato dalla sua città natale, Monselice, si era fatto una vita in Ecuador prendendo in sposa Eliana Arreaga.

«Le autorità sudamericane non mi hanno mai informato,ho dovuto indagare io affrontando una marea di difficoltà e chiedendo l’assistenza dall’agenzia funebre Bonfante - continua Massimiliano - Sono stato letteralmente abbandonato dalle istituzioni. Gli unici aiuti li ho ricevuti dalla questura di Padova ma le notizie su questo orribile delitto devono arrivare da quell’angolo di mondo».

L’ultimo sfregio a Valerio risale a inizio settimana: l’urna con le ceneri è rimasta accatastata per tre giorni in uno sgabuzzino dell’aeroporto di Venezia. «L’hanno spedita senza avvisarci, come fosse un oggetto, un pacco postale. Non avevano il mio indirizzo corretto e quindi l’informazione non è arrivata. Noi abbiamo inviato i soldi per la spedizione a dicembre dello scorso anno, poi il vuoto».

I familiari ora stanno pensando di organizzare una messa di suffragio a Monselice, il paese originario di Valerio. «Ora ho la speranza che le indagini siano ad una svolta - confessa Massimiliano, ex cameriere dell’enoteca Ferrari di corso Umberto I - una persona di fiducia mi ha consegnato alcuni documenti e spero di trovare riscontro nelle istituzioni. L’altra cosa che mi sorprende, è che fino ad ora non ho ricevuto alcuna comunicazione formale di ciò che è successo: tutte informazioni verbali o via posta elettronica».

Ieri pomeriggio Massimiliano Turi è corso in questura a raccontare gli ultimi sviluppi al capo della squadra mobile Marco Calì, sperando in un’accelerazione delle indagini.

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