Onama, il bimbo-soldato diventato professore al Bo Storie di dolore e riscatto

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«Avevo 14 anni quando sono stato trascinato, sotto minaccia di morte, nel conflitto civile della mia terra, l’Uganda. Per salvarmi la vita ho dovuto accettare l’arruolamento e combattere. Poi, dopo molti mesi, ho chiesto di tornare a scuola. Era il 1980 e la Convenzione ancora non c’era, ma qualcuno ha esaudito le mie preghiere. E la scuola mi ha salvato». A parlare è John Baptist Onama, ugandese di 52 anni, ex bambino soldato ed oggi docente al dipartimento di Scienze Politiche, Giuridiche e Studi Internazionali. La sua è una delle testimonianze che si sono alternate, ieri mattina in Aula Magna del Bo, nell’ambito del convegno “1989 - 2019: 30esimo anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, promosso dal centro d’ateneo per i diritti umani in occasione del trentesimo anniversario dalla convenzione sui diritti dell’infanzia. C’erano gli studenti delle scuole (Cesarotti, Curiel, Duca D’Aosta, Valle) che hanno svolto approfondimenti sul tema, il “Consiglio dei giovani” del Comune di Silea, il sindaco e gli assessori Gallani e Benciolini del comune di Padova e i rappresentanti di enti e associazioni tra cui Save the Children e l’Unicef. In particolare, l’Unicef ha presentato il report “Ogni diritto per ogni bambino” che, a 30 anni di distanza, rivela progressi, conquiste ma anche vecchie e nuove minacce: povertà, discriminazione ed esclusione sociale continuano a colpire milioni di bambini. Guerre, crescente xenofobia e la crisi globale dei migranti e rifugiati hanno avuto un impatto devastante sui progressi globali.
Ma i dati dell’Usl dimostrano che anche in una città “benestante” come Padova il numero di minori che vedono violati i propri diritti è altissimo. Nel 2017 (ultimo anno su cui si ha un bilancio completo), si parla di 573 casi di maltrattamento in Veneto e 142 minori (uno ogni due giorni) presi in carico dalla sola Usl euganea.
Spiega il direttore del centro per i diritti umani, professor Marco Mascia: «Ci siamo concentrati su alcuni principi fondamentali della convenzione internazionale: la non discriminazione, il superiore interesse del minore, l’ascolto e la partecipazione. Un altro aspetto molto importante è che con la convenzione il bambino diventa soggetto titolare di diritti fondamentali, non più solo oggetto di tutela. I numeri ci dicono che c’è davvero ancora molto lavoro da fare: sono in Italia sono un milione e 200mila i bambini che vivono in povertà assoluta. Ed è un numero che, invece di diminuire, è in aumento». —
Silvia Quaranta
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