Operaio peruviano muore al lavoro alla Polo Surgelati

TEOLO. Donato Pumacayo, un sessantunenne operaio di origine peruviana, è stato stroncato da un infarto fulminate intorno alle 17.30 di mercoledì pomeriggio mentre stava riordinando del materiale...
BELLUCO - FOTO PIRAN - TEOLO - REC FOTO DONATO PUMACAYO
BELLUCO - FOTO PIRAN - TEOLO - REC FOTO DONATO PUMACAYO

TEOLO. Donato Pumacayo, un sessantunenne operaio di origine peruviana, è stato stroncato da un infarto fulminate intorno alle 17.30 di mercoledì pomeriggio mentre stava riordinando del materiale alla Polo Surgelati di Teolo. La ditta di via Volta, nella zona artigianale “Selve”, per la quale lavorava dal 2006. L’uomo è stato trovato esanime sul pavimento da alcuni colleghi all’orario di chiusura del magazzino. Secondo il medico legale che ha stilato il certificato di morte, le cause del decesso sarebbero da imputare ad un malore. Pumacayo lavorava alle dipendenze della Polo assieme alla moglie ed al figlio maggiorenne. La famiglia originaria del Sudamerica abita in un alloggio aziendale avuto in comodato d’uso, che si trova nella parte vecchia del fabbricato. Donato, assieme al figlio, 9 anni fa aveva raggiunto la moglie che in Italia allora lavorava come badante. Sembra non lamentasse problemi cardiaci. La salma è comunque a disposizione del magistrato e non è escluso che prima del nulla osta per i funerali venga sottoposta ad esame autoptico. «Donato, come il resto della sua famiglia, era una persona per bene, un bravo lavoratore, spiega il titolare della Polo Surgelati, Galdino Peruzzo. Quando l’ho conosciuto non parlava una parola di italiano, negli anni si era integrato molto bene e si era fatto apprezzare dai colleghi. La moglie nel 2006 mi aveva chiesto se potevo ospitarli in un appartamento che si trova in azienda perché voleva riunire la famiglia. Dopo pochi anni li abbiamo assunti tutti e tre. Mercoledì prima della chiusura dell’attività, com’era solito fare, stava riordinando dei bancali di legno nei pressi del magazzino. Non sappiamo ancora se la salma resterà in Italia o se la moglie e il figlio decideranno di tumularla in Perù».

Gianni Biasetto

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