Ora dal «deserto-Guizza» c’è anche la fuga dei negozi

GUIZZA
Negozi in fuga dalla Guizza. Chi resta si chiede quanto contribuisca la fama di rione pericoloso e insicuro. Gli ultimi in ordine di tempo ad essere scappati dal quartiere sono il negozio di frutta e verdura (che però riaprirà con nuova gestione) e Il Paiolo Magico all’interno del centro civico di via Guasti; poi la bottega di oggettistica accanto al Conad. Mentre lungo via Guizza un’attività nata come boutique dedicata ai matrimoni rumeni, si è riciclata in bomboniere e, da alcuni mesi, ha cambiato decisamente vocazione diventando un’agenzia di pompe funebri. Quanto tutto questo possa essere messo in connessione con gli ultimi fatti criminali è difficile dirlo.
Anche se i commercianti non hanno dubbi: «Siamo un deserto abbandonato con le luci cinerarie – protestano – inappetibili per chiunque». A riaccendere gli animi gli ultimi fatti di cronaca. Sabato scorso una banda di predoni ha tentato di derubare cinque negozi lungo via Guizza, riuscendo a portar via 100 euro all’anziana titolare della merceria Calore. Il giorno dopo due giovani hanno rapinato e ferito Elena Guariento, la moglie del titolare della pasticceria, mentre chiudeva il bar alle 21. Nessuna sorpresa dunque se nell’ultimo anno il rione è una sequela di cartelli “affittasi” dall’imbocco del Bassanello ai confini di Albignasego. L’allarme della fuga di attività era già stato lanciato a settembre dell’anno scorso. L’ultimo obbligato a fare fagotto era stato Lorenzo Galesso con la sua «Casa del giocattolo» da 47 anni a servizio nel rione.
Due mesi prima aveva preso il largo anche la vicina parrucchiera. A seguire il negozio di articoli ortopedici Antoniana, con nuova postazione a Salboro; il macellaio e, il 9 marzo scorso, l’agenzia di viaggi Cisalpina Tour, dopo appena sei mesi di vita. E chi arriva? Bar cinesi (3 già in esercizio e uno in procinto di aprire più un altro rumeno) e, ultima new entry, un «Compro Oro» al posto della vecchia macelleria Lazzaro. «I luoghi e le strade sono un sistema e tutti dobbiamo collaborare a presidiare e tenerli vivi, compresi i commercianti – puntualizza Roberto Bettella, presidente del Cdq 4 - Tutti abbiamo ruoli e modalità diverse per concorrere a tenere vivo un luogo. Ho portato la mia solidarietà a Guariento: anche io vedo in quartiere che dopo le 21 non si desertifica, ma non basta chiedere polizia, tutti dobbiamo collaborare e far uscire la gente di casa. Magari tenendo aperti i negozi fino alle 22. Qui in via Guasti senza le iniziative del quartiere sarebbe tutto deserto. L’dea è di luogo usato di girono e gettato via di sera. Non do colpe a nessuno ma mi piacerebbe immaginare persone che passeggiano e se volgiamo che la gente sia in strada dobbiamo attirarla».
Elvira Scigliano
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