“Orologio” da 50 milioni struttura sanitaria o casinò

Rigodanzo smentisce una cordata per acquistarlo insieme a Baggio e Borile Il futuro del Rêve è nella mani di Rossetto: ci sono 120.000 metri cubi edificabili

ABANO TERME. Quale futuro avranno due alberghi storici di Abano e Monteortone come l’Orologio e il Rêve? Qualcosa sembra muoversi nel futuro delle due storiche strutture aponensi.

Orologio. L’Enpam (l’ente previdenziale dei medici) ha messo in vendita la storica struttura situata nella zona pedonale di Abano. La richiesta è di 18 milioni di euro, ma sicuramente non bastano. L’hotel, fermo ormai da una decina di anni, deve essere completamente ristrutturato. Serviranno almeno altri 20 milioni di euro, affermano gli addetti ai lavori. Insomma, l’investimento è di circa 50 milioni di euro. Di certo l’Orologio non resterebbe un semplice hotel. C’è chi parla della realizzazione di una mega struttura sanitaria, una sorta di poliambulatorio termale. C’è chi, come l’imprenditore Tiziano Rossetto propone altro: «Quella è una struttura che sarebbe l’ideale per un casinò». E c’è chi come l’architetto Roberto Rigodanzo intravede un futuro ancora diverso: «Il futuro dell’Orologio potrebbe essere quello di vedere realizzata una parte a vocazione alberghiera e una parte ad interesse più ludico, come un auditorium». Di certo servirà una modifica al Pat da struttura ricettiva a commerciale e residenziale.

Ma chi potrebbe acquistare l’Orologio? Fonti attendibili danno per possibile una cordata formata dallo stesso Rigodanzo, dal costruttore Ivano Baggio e dal noto imprenditore Aldo Borile: «Sono leggende metropolitane», replica Rigodanzo, «non c’è nulla di vero per quanto riguarda sicuramente me e Baggio. So che tempo addietro Borile aveva fatto della avances». Proprio Borile, già proprietario di Grand Hotel, La Residence, Metropole, Trieste & Victoria e Due Torri, pare in realtà l’unico imprenditore locale in grado di assorbire l’investimento.

Rêve. È in vendita anche l’hotel Rêve di Monteortone. La struttura, chiusa da due anni, era di proprietà della famiglia Mayer. Acquisita dalla S.M.F. Real estate Spa di Roma, è nelle mani dell’imprenditore Tiziano Rossetto, che assistito dal figlio Alberto ha la procura della vendita o dell’affitto, oltre che del restauro attraverso la Real group. Il costo di vendita si aggira sui 7 milioni: «Stiamo sistemando le guaine, lo vogliamo cedere», spiega Rossetto. «Ci sono anche 120 mila metri cubi edificabili».

Federico Franchin

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