Ostetrica cerca un mecenate che finanzi la sua vasca da parto

Alessia Selmin, 25 anni, lavora al Policlinico di Abano e ha brevettato un prodotto innovativo. «Questa pratica rende più tollerabile e sicuro il travaglio. Per il prototipo servono 4-500 mila euro»

ABANO TERME. L’ha battezzata Alexia, prendendo spunto dall’origine greca del suo nome: «Colei che ti protegge».

Ora Alessia Selmin, venticinque anni, ostetrica in servizio al Policlinico di Abano Terme, vorrebbe mettere a disposizione di tutte le future mamme, negli ospedali pubblici e privati, l’innovativa vasca da parto che ha brevettato sulla scorta della sua esperienza quotidiana in reparto.

Per questo la dinamica aponense lancia un appello nella speranza di trovare un mecenate che creda nel progetto, ne finanzi il prototipo della sua invenzione e ne favorisca l’industrializzazione.

«Ho immaginato», spiega Alessia Selmin, «una vasca che consenta alla partoriente di assumere per le posizioni migliori per affrontare il travaglio in acqua, una pratica che rende più tollerabile per la donna il momento del parto. In questo modo verrebbe favorito anche il lavoro dell’ostetrica».

In particolare l’innovativa vasca “Alexia” contempla una sedia morbida dotata di un meccanismo di scorrimento, grazie al quale la partoriente può essere sollevata ed estratta nell’eventualità di un’urgenza e di di controlli. Ancora sono previste delle superfici di appoggio e dei piani per i ferri chirurgici; un sistema di filtraggio dell’acqua; l’illuminazione interna e l’idromassaggio.

«In Italia», continua Alessia Selmin, «manca ancora quella cultura del travaglio-parto in acqua che è già diffusa in paesi come la Germania o la Svizzera. Una pratica che favorisce la dilatazione e la progressione del feto. Ma anche solo un’ora in doccia o in vasca rappresenta per la partoriente un grande sollievo, giacché in acqua si sente decisamente più leggera».

Per proteggere la sua invenzione anche all’estero, la giovane aponense ha presentato all’Unione europea il brevetto, il cui carattere innovativo è già stato riconosciuto dall’Ufficio italiano Brevetti e marchi».

Ma quanto potrebbe costare il prototipo della vasca da parto? «Ho calcolato», risponde Alessia Selmin, «che all’incirca servirebbero 4-500 mila euro. Ma io credo che una vasca come quella che ho brevettato possa determinare una ricaduta economica importante e, una volta avviata l’industrializzazione in larga scala, creare parecchi posti di lavoro».

Di sicuro all’ostetrica aponense non mancano grinta e determinazione. Basterà ricordare che a diciotto anni, quand’era ancora studentessa del liceo Fermi di Padova, ha vinto il primo premio della prima edizione del concorso Eurointerim con un progetto per la tutela della donna nel mondo del lavoro e per la promozione della figura femminile a partire dalla scuola. Della giuria del premio Alessia fa parte da cinque anni.

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