Ovs, scatoloni vuoti a fuoco danni per l’acqua in ristorante

A causa di un cortocircuito nel magazzino Ovs, al primo piano del Centro commerciale Giotto, le tre attività commerciali resteranno chiuse al pubblico. Si tratta, naturalmente, del punto vendita Ovs e poi del negozio di abbigliamento Civetta e del ristorante giapponese, entrambi al piano terra. L’impianto anti-incendio è entrato immediatamente in funzione mercoledì sera, riversando una grande quantità di acqua che ha inzuppato gli abiti stoccati nel magazzino fino a filtrare tra pavimento e controsoffitto, per poi riversarsi sulle due attività sottostanti: Civetta e ristorante.

I primi a dare l’allarme sono stati i clienti che mangiavano il sushi e che sono stati evacuati alle prime gocce d’acqua, lasciando i tavoli ancora apparecchiati. Ieri mattina tanto il personale del ristorante quando quello del negozio di abbigliamento, erano alle prese con mascherine e guanti per proteggersi dalla fuliggine e verificare i danni. La preoccupazione è che, una volta asciugata l’acqua, i controsoffitti possano cedere. La direzione di Ovs ha già disposto una verifica interna per capire cosa sia accaduto. Secondo quanto rilevato dai vigili del fuoco l’incendio è scoppiato a causa del surriscaldamento di una lampada. Decisiva, però, la presenza di numerosi scatoloni accatastati uno sopra l’altro. Tutti insieme hanno costituito un innesco rapidissimo dell’incendio che si è propagato molto velocemente.

Ovs resterà chiuso un paio di giorni: contano di riaprire nel fine settimana. Prima ancora la Civetta, sempre che non ci siano pericoli rispetto al contro-soffitto. Più turbati invece i gestori del ristorante: i vigili del fuoco hanno dichiarato il locale inagibile e, dunque, saranno prima necessari dei lavori per riaprire l’attività che è stata inaugurata meno di un anno fa. Ieri mattina, assieme ai titolari, c’erano anche il proprietario e il suo avvocato. Per il resto del polo commerciale invece nessuno stop: regolarmente aperti, ieri, il resto dei negozi della galleria e l’Auchan.

Elvira Scigliano