Ozono per 59 giorni oltre i limiti di legge «È l’estate peggiore degli ultimi 5 anni»

L’estate peggiore degli ultimi 5 anni, battuto ogni record negativo. E i polmoni dei padovani continuano ad essere immersi in una cappa di smog. Come se non bastasse le difficoltà “meteo” per la crescita dell’erba e il proliferare delle zanzare, c’è anche l’emergenza ozono in questa estate difficile per Padova dal punto di vista ambientale. «La situazione è molto negativa e contro lo smog si fa ancora troppo poco – accusano gli ambientalisti di Legambiente – Ci aspettiamo misure urgenti di moderazione del traffico, già dalla prossima stagione invernale».
I dati forniti dall’Arpav parlano chiaro. Alla data di mercoledì scorso ci sono stati ben 59 superamenti della prima soglia di legge per l’ozono (120 microgrammi per metrocubo d’aria). Un limite che, teoricamente, non andrebbe oltrepassato più di 25 volte l’anno.
«I 59 giorni di superamento del 2018, che sono destinati ad aumentare ancora, hanno già superato di gran lunga il totale annuale di ognuno degli ultimi 5 anni», sottolinea il responsabile delle politiche anti-smog Lucio Passi. Nel 2017 i superamenti furono complessivamente 53, nel 2016 invece 38, di nuovo 53 nel 2015, 31 nel 2014 e 41 nel 2013.
Gli ambientalisti perciò chiedono un «segnale chiaro» all’amministrazione, a partire dai prossimi provvedimenti anti-smog invernali, quando tornerà nell’aria il ben più pericoloso Pm10.
«È bene che la parziale limitazione invernale del traffico, da anni assolutamente insufficiente, venga inasprita e fatta rispettare – sottolinea Passi – È praticamente la stessa dal 2011 l’ordinanza che fino allo scorso anno “vietava” (le virgolette sono d’obbligo perché in questi anni si sono registrate pochissime sanzioni) la circolazione dei diesel Euro 0, Euro 1, Euro 2. Solo per i veicoli a benzina il divieto è passato dagli Euro 0 agli Euro 1». Gli ambientalisti chiedono che l’amministrazione si impegni, dal prossimo inverno, a fermare anche i diesel Euro 4.
Limitare il traffico però vuol dire anche costruire una mobilità alternativa: «Servono urgentemente progetti per lo spostamento collettivo sia urbano che nell’area metropolitana – ragiona Passi – Solo nel nostro comune gli spostamenti giornalieri sono 800 mila. Se poi si considerano i 17 comuni contermini appare chiaro che è impensabile che la mobilità continui ad essere prioritariamente delegata all’automobile privata».
Un ragionamento che deve per forza superare il livello cittadino e coinvolgere la Regione: «L’abbandono dell’Sfmr è una pessima notizia per i pendolari – spiegano gli ambientalisti – Zaia dovrebbe finanziare almeno il primo e strategico tratto, quello dalla stazione alla zona industriale e all’Interporto. Dal canto suo il Comune quali progetti metterà in cantiere per supplire al mancato Sfmr? E nel frattempo cosa fa per calmiere almeno il traffico urbano?».
Infine i provvedimenti cittadini urgenti: «Mentre aspettiamo le due nuove linee di tram, bisogna subito potenziare il servizio fornito dai bus, usando parte degli introiti delle multe degli autovelox per aumentare la frequenza delle corse. È necessario fare presto la “bicipolitana” e le “Zone 30”, e riorganizzare la politica della sosta». —
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