Padova, addio a Monsieur Tartare: l’eccentrico chef-poeta

Adriano Cesaro è morto a 65 anni: imparò l’arte della carne cruda in Francia I suoi locali più noti in via Battisti e via Beato Pellegrino. L’ultimo al Green Tennis

PADOVA. È morto “Monsieur Tartare”. Sì perché con il nome Adriano Cesaro a Padova lo conoscevano in pochi. Per tutti era Monsieur Tartare. All’età di 65 anni è mancato la scorsa notte in un letto d’ospedale, piegato da una malattia che se l’è portato via in soli quattro mesi. In questo ultimo periodo gestiva il ristorante del Green Tennis, ma la sua è una storia che parte da lontano. Era un maestro della tartare, preparata così come gli avevano insegnato in Francia.

Eccentrico, imprevedibile, a primo impatto anche burbero. C’era chi arrivava persino a odiarlo, come in tanti l’hanno amato. Adriano Cesaro con i suoi occhi profondi e i suoi grandi baffi era una persona singolare: sarcastico e irriverente, in via Bronzetti faceva tutto lui. Rispondeva al telefono, cucinava, serviva ai tavoli, quando non chiedeva ai clienti di farlo al posto suo, e alla fine preparava il conto con quella sua bizzarra calcolatrice. Gestiva il ristorante a modo suo, senza mezze misure: potevi piacergli come no. Lo scoglio iniziale per chi voleva per la prima volta gustare la sua tartare era notevole, soprattutto per chi non era introdotto da qualche cliente abituale. Guai poi a chiedergli il limone per la tartare, così come una cottura diversa per la ‘costata blu’, o i crostini con il burro, pena le ire di Adriano che poteva anche cacciarti dal locale: «Signori è stato un piacere, siete miei ospiti, ma la vostra cena è terminata».

Capitava di sentirsi dire questo a fronte di una richiesta da lui ritenuta inaccettabile. Bastava però superare la barriera, conoscerlo un po’ meglio, per capire che sebbene conservasse quel suo tono duro, Monsieur Tartare in fondo era una persona di cuore. Si sedeva al tavolo con i clienti, a volte fermandosi anche a mangiare con loro. E a fine cena, spesso, ti chiedeva pure di fargli il caffè. Amava il suo lavoro, come amava i clienti che si sceglieva. La carriera nell’ambito della ristorazione di Adriano Cesaro nasce più di 30 anni fa.

Cuoco negli anni ’70 del famoso ristorante padovano “Spizzichi e Bocconi” di via Beato Pellegino, Adriano Cesaro ha poi trascorso un periodo di “riflessione” a Parigi, dove nelle cucine francesi ha imparato i segreti della sua arte. Tornato a Padova si è reinventato tra le cucine di diversi locali cittadini fino ad arrivare al suo apice con Monsieur Tartare, prima in via Battisti, poi in via Bronzetti. Ieri la notizia della morte di Monsieur Tartare si è diffusa rapidamente, scuotendo amici e clienti del ristoratore. «Non credevo gli volessero bene in così tanti», ha detto con le lacrime agli occhi Leonora, la figlia maggiore di Adriano, al Green Tennis per prendersi cura di Basky, il rottweiler che Monsieur Tartare tanto amava. «Era una persona coltissima, carismatica, talentuosa. Oltre alla cucina amava la poesia e la pittura. Con i suoi clienti si era creato un personaggio ma per me resta solo un papà eccezionale».

Oltre a Leonora, Adriano Cesaro lascia anche Emmanuel, figlio minore. Le esequie verranno celebrate nei prossimi giorni in maniera privata, poi Monsieur Tartare riposerà nel cimitero di Torre, dove viveva.

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